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Separarsi dal neonato dopo il parto è un trauma per la mamma

Rooming in

Il rooming-in è una pratica ospedaliera, consolidata da forti Evidenze Scientifiche presenti in Letteratura; esso prevede la coesistenza del neonato e della mamma nella stessa stanza, dopo il parto. Il temine rooming-in viene dall’inglese e significa “stare insieme in una stanza“, evitando quindi che il piccolo venga spostato al Nido, con gli altri neonati.

L’idea che mamma e nuovo arrivato passino più tempo insieme possibile deriva dai benefici che entrambi possono trarre dalla reciproca presenza. Il piccolo, infatti, dopo la nascita affronta la vita extra uterina, e si adatta meglio se continua ad avere la sua mamma vicino (esogestazione); dal canto suo, la neo mamma, ha la necessità di proteggere e curare il proprio bambino, poiché vede la separazione come un trauma.

Il trauma della separazione: quando non viene praticato il rooming-in

I motivi per cui il rooming-in non viene posto in essere possono essere svariati; tra questi vi sono le condizioni di salute poco rassicuranti della mamma, del neonato, o di entrambi. Eppure, spesso, è più facile che non si pratichi perché le politiche ospedaliere non lo prevedono; la carenza di personale e risorse materiali può spingere a vigilare i neonati tutti insieme nella stessa stanza, piuttosto che affidarli e dislocarli in stanze diverse con le loro madri.

La separazione della donna dal suo piccolo è un’imposizione del regime sanitario, che però si giustifica nel volere assicurare alla diade il bisogno di riposo. Si spera, però, che dietro questa nobile motivazione non vi sia un’eccessivo controllo del personale, che diffida dalla capacità della neo mamma di provvedere alle necessità del neonato.

Rooming in

La separazione è un trauma?

Molte mamme hanno risposto che si, separarsi dal piccolo dopo la nascita è un trauma; sia la donna che il nuovo nato hanno la necessità di stare vicini, consolidando un rapporto, un contatto profondo, nato durante i 9 mesi di gravidanza. Per questo sembra ingiusto che questo legame così solido e pieno d’amore sia asettico, controllato e regolamentato; addirittura ad alcune coppie è concesso di tenere tra le bracia il proprio figlio fino a 15 ore dopo la nascita.

L’esogestazione, ovvero la gestazione esterna, è importante tanto quanto quella “normale” interna. Il piccolo cresce e si adatta meglio se è coccolato dai suoi genitori, di cui riconosce le voci, gli odori e il calore.


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Inoltre, questo allontanamento forzato non solo ostacola il bonding (contatto con la mamma) ma anche l’allattamento materno, che ad oggi è il solo e unico metodo valido e salutare per alimentare un neonato.