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Abbandono dei bambini: 5 possibili motivazioni, le conseguenze e come evitarlo

Abbandono dei bambini: un fenomeno oggi troppo diffuso

Al giorno d’oggi quello dell’abbandono dei bambini, purtroppo, è un fenomeno in continua crescita. Neonati abbandonati alla nascita, bambini dimenticati in auto, bambini venduti, bambini lasciati soli dai genitori per andare in vacanza. Sono veramente tanti i singoli casi. Si stima che ogni anno, approssimativamente, circa 400 donne decidano di partorire il proprio bambino per poi abbandonarlo al loro destino.

Ti metto al mondo, ma nel momento in cui lo faccio, esco dalla tua vita. Non saprai mai chi sono, non saprò mai chi sei.

Ecco riassunto in poche righe il pensiero di queste madri mancate che, sicuramente, con la morte nel cuore decidono di fare questa scelta.
Non vi sono molti dati relativi a questo argomento poiché, nella maggior parte dei casi, trattasi di gravidanze cosiddette “segrete“, in cui la madre non riconosce il bambino e non vuole essere nominata.
L’ultima indagine statistica risale al 2010, e dalla stessa emergono i seguenti dati:

  • 1200 i casi di bambini dichiarati in stato di abbandono ogni anno in Italia, dei quali:
    • Il 70% è composto da donne immigrate.
    • Il 30% è composto da ragazze italiane: trattasi di ragazze molto giovani, spesso vittime dell’emarginazione sociale.

Si parla di abbandono del neonato anche nei casi in cui, per una tragica disattenzione o negligenza del genitore, quest’ultimo venga lasciato in posti chiusi. Tra questi casi vi è, senz’altro, quello dei neonati che dimenticati in auto. In questo articolo vogliamo passare al setaccio le motivazioni più frequenti che, in generale, spingono le donne all’abbandono dei bambini e rendervi partecipi di tutte le leggi varate a tutela della mamma e del bambino.

1- Ristrettezze economiche

Un neonato è una gioia per l’intera famiglia, un dono di Dio. Se pensiamo che al mondo ci sono moltissime donne desiderose di diventare madri, e che magari non possono avere figli, possiamo notare l’altro lato della medaglia. Per ognuna di loro, infatti, ve n’è un’altra che per diverse motivazioni cede al dolore immane, e decide di abbandonare il proprio bambino.
Ma cosa spinge una neo-mamma all’abbandono del neonato?

  • Ristrettezza economica: una situazione in cui molte famiglie sono costrette a vivere, senza dubbio una delle cause principali.

La condizione di crisi economica in cui versa la società costringe molte famiglie a pensarci due volte prima di mettere al mondo una creatura.
Proprio a queste motivazioni è attribuito il triste calo delle nascite in Italia. C’è anche da dire che, pur usando tutte le precauzioni, è possibile comunque il concepimento di un bambino. Ed è il caso di una donna di Cassino, che aveva già dei figli e un marito con gravi problemi di salute. La decisione per la donna è stata inevitabile: quest’ultima ha, infatti, affidato il neonato alle cure del personale dell’Ospedale Santa Scolastica di Cassino.

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Tutto questo però può essere evitato, se si hanno le giuste informazioni. Le madri single, disoccupate e le famiglie monoreddito possono godere di alcuni preziosi aiuti. Facciamo riferimento ai cosiddetti “sussidi“, ovvero il bonus ragazza madre 2020. Esistono due differenti tipologie di sussidio:

  • Assegno Statale: in questo caso a pagare è lo Stato, pur se ad erogarlo è l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Ne hanno diritto le madri disoccupate e le neo mamme lavoratrici che, nel periodo compreso tra i 18 e i 9 mesi precedenti il parto, abbiano versato almeno tre mesi di contribuzione per maternità. Il contributo ammonta ad un totale di euro 1.694,45, viene percepito per cinque mesi in quanto suddiviso in rate da 338,89 euro.
  • Assegno Comunale: tale sussidio, in questo caso, è a carico del comune di residenza ed è erogato dall’Inps. Ad averne diritto sono le madri che non percepiscono già un sussidio da parte dell’Inps, le studentesse, le ragazze che non hanno mai lavorato, che hanno lavorato a nero o per poco tempo. Anche in questo caso si parla di un sussidio che ammonta a euro 1694,95, che la neo-mamma potrà percepire per cinque mesi.

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Ecco i requisiti necessari per accedere a tali agevolazioni economiche:

  • Cittadinanza italiana, comunitaria residente in Italia al momento della nascita del bambino, o extracomunitaria con permesso di soggiorno.
  • Lavoratrice con diritto di indennità di maternità, che abbia 3 mesi di contribuzione per maternità nel periodo compreso tra i 18 e i 9 mesi precedenti il parto.
  • Lavoratrice licenziata in possesso di almeno 3 mesi di contribuzione per maternità nel periodo compreso tra i 18 e i 9 mesi precedenti al parto.
  • Lavoratrice disoccupata che ha già goduto di determinate agevolazioni economiche, a patto che l’ultimo giorno di fruizione non sia lontano più di 9 mesi dal giorno della nascita del figlio.

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2- Malattie: Sindrome di Down e malformazioni

È molto triste da dire ma ad oggi tra le principali motivazioni che portano un genitore ad abbandonare il neonato, vi è il fatto che quest’ultimo nasca affetto dalla sindrome di Down. Ma, esattamente, cos’è la Sindrome di Down?
Vediamolo insieme qui di seguito.

  • Anomalia genetica: La Sindrome di Down è il frutto di un errore della divisione cellulare. Le cellule dell’uomo contengono 23 paia di cromosomi, ed in questa malattia vi è un cromosoma in più. In particolare è il cromosoma 21 a riprodursi in maniera duplice, per questo la sindrome di Down viene chiamata anche “Trisomia 21“.

Ma quali sono le caratteristiche fisiche di questi bambini speciali? Eccole qui di seguito:

  • Testa di piccole dimensioni.
  • Occhi obliqui e palpebre spesse.
  • Collo corto.
  • Orecchie piccole.
  • Lingua sporgente.
  • Bocca piccola.
  • Gambe e braccia corte: altezza inferiore alla media.
  • Eccessiva flessibilità delle articolazioni: il tono muscolare è più debole rispetto allo standard.

Ecco invece le possibili conseguenze, e problematiche, della Trisomia 21:

  • Possibilità di sviluppare deficit: immunitari, cardiaci e gastrointestinali.
  • Problemi respiratori.
  • Obesità.
  • Maggiori probabilità di sviluppare demenze come l’Alzheimer.

Vogliamo dire ai genitori che i bambini con la Sindrome di Down sono dei bambini veramente speciali, in grado di fare cose straordinarie nonostante la loro diversità e capaci di vivere una vita assolutamente normale. Non abbandonateli!
A tal proposito l’atleta Nicole Orlando, con quattro medaglie d’oro e una di argento ai Mondiali di atletica leggera del Sudafrica, è un esempio a tutto tondo di quanto espresso in precedenza!

nicole orlando sindrome di down

Parlando di bambini con la Sindrome di Down che vengono abbandonati, una storia commovente ci arriva da Roma. Qui Luca Trapanese, ragazzo single e omosessuale, racconta il percorso che lo ha portato all’adozione di Alba. Alba è una bambina con la sindrome di Down, abbandonata alla nascita dai genitori naturali.

Prima di giungere a Luca, la piccola aveva ricevuto il no di un numero consistente di famiglie. Per Luca i bambini con la sindrome di Down sono bambini con “un arcobaleno di potenzialità e colori“, che hanno tanto da dare e da insegnare agli adulti. Ed è proprio così.

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3- Depressione post-partum

Il desiderio più profondo e intimo di una donna è quello di diventare madre, ed ecco che quando accade ci si sente investite da un’ondata di felicità eccezionale. In alcuni casi può capitare che in seguito subentrino altre tipologie di stati d’animo, totalmente opposti a quest’ultimo molto più usuale. Ed ecco che a farla da padrone sono la tristezza, l’ansia, la totale mancanza di concentrazione per quello che sono i doveri di una mamma verso il neonato. Questa condizione ha un nome: depressione post-partum.

La depressione post-partum può presentarsi con tre differenti livelli di gravità:

  • Baby blues o Maternity blues: si tratta di una forma leggera di depressione, che colpisce dal 50% all’80% delle neo mamme. Le cause sono attribuite al repentino sbalzo di ormoni, non vi è una cura terapeutica poiché fondamentale è il supporto e la vicinanza emotiva del partner e dei familiari.
  • Depressione post-partum: si tratta di una vera e propria patologia che colpisce circa il 10%15% delle neo mamme. Tra i sintomi è possibile rilevare forte irritabilità, insonnia, inappetenza, disturbi di concentrazione e dell’attenzione, calo d’umore, eccessiva ansia e preoccupazione, sensazione di fastidio nei confronti del neonato. Tra le principali cause vi sono fattori di tipo fisico ed ormonale (eccessiva stanchezza derivante dalla gravidanza), bassa autostima, mancanza di sostegno e aiuto dalla famiglia e dall’esterno ed infine correlazione con disturbi di tipo psichiatrico. In questo caso rivolgersi ad uno specialista, ad esempio uno psicoterapeuta, è d’obbligo.
  • Psicosi post-partum: Trattasi della forma di depressione post-partum più grave, che colpisce due donne ogni 1000 parti. Da essa possono scaturire pericolose situazioni, sia per la mamma che per il bambino, come il suicidio e l’infanticidio. Ai sintomi citati in precedenza si aggiungono allucinazioni: ad esempio la madre può dare ascolto a voci immaginate, che le ordinano cosa fare e come comportarsi. Ad esse si aggiungono i deliri relativi al bambino, che possono consistere nel fatto che esso sia dotato di particolari “poteri” o che sia affetto da malattie gravi. Le cause sono ancora sconosciute e, nella maggior parte dei casi, il ricovero in strutture protette apposite con la prescrizione di psicofarmaci è inevitabile.

abbandono del neonato depressione post partum

In Italia famoso è il caso della donna che, in evidente stato confusionale, ha abbandonato la figlia in cantina, colpa della depressione post partum, e poi ha chiamato i soccorsi. Un altro caso spiacevole simile è accaduto in Svizzera, a Berna, dove una donna ha abbandona la figlia nella spazzatura: la mamma è stata poi condannata per infanticidio, poiché la Procura ha in seguito dimostrato che la bimba era viva.

Come evitare l’insorgere della depressione post partum? Ecco qui di seguito alcuni fattori di prevenzione da prendere in considerazione:

  • Dialogo e aiuto di congiunti e amici: è importante non tenersi tutto dentro, ma bensì buttare fuori ansie, paure e preoccupazioni. Il dialogo è un’esperienza di condivisione fondamentale, una soluzione efficace ai fini della prevenzione di tale condizione.
  • Riposo: approfitta dei momenti in cui il tuo bimbo dorme, chiedi aiuto al partner, a familiari ed amici nell’espletare i lavori domestici o eventuali commissioni.
  • Alimentazione sana ed equilibrata: l’alimentazione deve apportare tutti i nutrienti necessari, ma particolare attenzione va data all’apporto di omega 3 contenuto nel pesce e nella frutta secca. Riduci infine l’assunzione di caffeina e di alcolici.
  • Buon rapporto con il partner: il partner deve essere bravo ad accompagnare, e affiancare, la neo mamma nella cura del bambino.

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4- Immaturità e negligenza del genitore

Un figlio è per la vita, vive sotto la responsabilità dei genitori, e bisogna prendersene cura. Non tutti, purtroppo, la pensano così e lo dimostrano con atteggiamenti negligenti, infantili e menefreghisti. I casi di abbandono dei bambini, perlopiù bambini che vengono dimenticati da genitori poco attenti, sono sempre più numerosi. Fece scalpore il caso dei genitori che lasciarono solo il proprio bambino, in un centro commerciale, per andare a giocare al bingo. Un altro caso simile si era verificato ad Ostia, solo che stavolta il padre era intento a giocare alle slot machine. Entrambe le situazioni hanno visto come epilogo la denuncia dei genitori per abbandono di minore: nel primo caso spetterà al giudice stabilire la responsabilità dei genitori, mentre nel secondo il genitore è stato condannato a scontare la propria pena in carcere per 3 anni e 4 mesi.

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In altre situazioni, rivelatesi fatali per i bambini, questi ultimi sono stati abbandonati dai genitori per andare in vacanza.

Beh alla luce di questi fatti una domanda sorge spontanea: “perché mettere al mondo dei figli?”

Prima di concepire un bambino bisogna porsi delle domande, e darsi delle risposte sincere.

  • Sono pronto per avere un bambino?
  • Sono adeguatamente maturo per mettere la mia vita al servizio di un’altra che, per moltissimo tempo, avrà totalmente bisogno di affidarsi a me?

Se la risposta è sì, allora va tutto bene. Ma se la risposta è negativa vi consigliamo di pensarci due volte, e usare le adeguate precauzioni, perché i bambini sono innocenti, inconsapevoli, vi amano incondizionatamente e non meritano sofferenza.

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5- Bambino dimenticato in auto: stress e amnesia dissociativa tra le cause

La vita frenetica di genitori con orari di lavoro impossibili, cui si aggiungono altre tipologie di problemi, non fa che
stressare ulteriormente mamma e papà. A farne le spese, sotto tutti i punti di vista, sono sempre i figli.
Sempre più spesso veniamo a conoscenza di casi di bambini dimenticati in auto dai genitori.

Ecco cosa dicono le statistiche a riguardo:

  • 600 i casi di bambini dimenticati in auto dai genitori, negli ultimi 20 anni, in tutto il mondo.

In molti si chiedono come sia possibile, per un genitore, dimenticare il proprio bambino.
Alla base di sicuro non vi è mancanza di affetto verso il piccolo, questo sia chiaro.
Si tratta di un fenomeno che, in psicologia, prende il nome di “amnesia dissociativa“. Di cosa si tratta?

  • Vuoto di memoria temporaneo: per un breve periodo di tempo ci si dimentica di parti, ed attività, importanti della propria vita. Ciò lo si deve ad una temporanea disconnessione delle funzioni della coscienza dalla memoria.

Ecco quali sono le principali cause dell’amnesia dissociativa:

  • Stanchezza fisica e mentale.
  • Situazioni particolari di tensione e stress.
  • Traumi.

bambino dimenticato in auto

Queste situazioni possono oggi essere evitate?
Esistono le soluzioni al problema: il seggiolino antiabbandono ed allarmi ed i sensori installati all’interno delle auto.

  • Seggiolino anti-abbandono: si tratta di un normale seggiolino per bambini, dotato però di un dispositivo di sicurezza elettronico. Quest’ultimo rileva la presenza del bambino, inviando subito una notifica sullo smartphone dei genitori o attirando l’attenzione del conducente mediante segnali acustici o visivi.
  • Sensori: Tali sensori rilevano il respiro, o il polso, del bambino. Essi ne segnalano la presenza all’interno dell’auto mediante segnali acustici, luminosi ed impedendo il blocco delle portiere dell’automobile. Si tratta di un sistema intelligente che, in caso di mancato intervento, ripete tali segnali per 15 secondi ogni minuto. Inoltre esso è in grado di effettuare, in automatico, una chiamata ad un numero registrato o migliorare le condizioni ambientali dell’abitacolo ad esempio accendendo l’aria condizionata o abbassando i finestrini.

Si ricorda che adottare il metodo di sicurezza del seggiolino anti-abbandono è diventato obbligatorio con la legge n. 157 del 19 dicembre 2019. Tutti gli automobilisti che trasportano bambini di età inferiore ai 4 anni hanno il dovere, e l’obbligo, di far viaggiare i propri piccoli sui seggiolini anti-abbandono in totale sicurezza!

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Abbandono dei bambini: la Sindrome dell’abbandono

All’abbandono dei bambini consegue la cosiddetta sindrome dell’abbandono.
Essa si sviluppa a partire dal subconscio dei bambini che, sin da piccoli, abbiano subito un trauma, sia esso la perdita di uno dei genitori, il divorzio o, appunto, l’abbandono da parte di questi ultimi. Si tratta, essenzialmente, della perdita di un punto di riferimento molto importante che viene a mancare nella vita del bambino.
Ad un evento talmente traumatico di questo genere ne consegue una naturale paura dell’abbandono che si instaura nel bimbo e l’incapacità, una volta diventati adulti, di instaurare relazioni sane in cui entrambi i partner abbiano uguale importanza e valore.

Come capire di essere affetti dalla sindrome dell’abbandono, come conseguenza ad un trauma? Ecco i principali sintomi:

  • Si diventa ansiosi se il partner non risponde subito.
  • Si tende a dire sempre di sì ed essere troppo accondiscendenti.
  • Si effettuano continuamente paragoni: con fratelli, sorelle, amiche, ex e corteggiatrici del partner.

Tutto ciò può portare a provare la paura costante di essere lasciati e ciò non fa che inficiare la relazione, sino a comprometterla del tutto.

Come evitare che, in età adulta, si verifichi tutto ciò?

  • Lavorare sulla propria autostima: per amare gli altri bisogna, anzitutto, amare se stessi.
  • Mantenere sempre un atteggiamento positivo nei confronti della vita: fare quello che più piace aiuta ad instaurare relazioni, amorose e non, positive ed appaganti.

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No all’abbandono del neonato: La Culla per la Vita

Qualora non si potesse fare a meno di ricorrere ad una scelta tale, esiste comunque una soluzione per assicurare il bambino, tutelandolo anche dal punto di vista giuridico. Questa soluzione ha un nome, ovvero la cosiddetta “Culla per la vita“.

La culla per la vita è una versione decisamente moderna della cosiddetta “Ruota degli Esposti“.
Da notare che, anticamente, “esposto” era una parola che stava per “neonato abbandonato“.
Collocata presso ospedali o conventi, si trattava di uno spazio di forma cilindrica in legno, che in seguito veniva chiuso, all’interno del quale veniva posto il neonato. La presenza del neonato all’interno del cilindro, che nel frattempo ruotava verso l’interno del convento, veniva segnalato dal suono di un campanello. Da quel momento in poi il bambino era affidato alle cure della “rotara”, ovvero la guardiana in turno che si occupava dei primi soccorsi.

Ecco i vantaggi della Culla per la Vita:

  • Sicurezza e protezione: il neonato sarà protetto e sicuro al suo interno. Ciò grazie a dispositivi di riscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, rete di collegamento con il primo soccorso dei medici. Inoltre il presidio è sorvegliato H24 da personale dedicato.
  • Privacy: è assolutamente garantito l’anonimato della madre, fattore di assoluta importanza in situazioni come queste.
  • Presidio facilmente accessibile.
  • Facile utilizzo del presidio.

Il presidio sanitario della Culla per la Vita è presente sul territorio nazionale. Ecco cosa fare, step by step, se intendi rivolgerti a questo servizio:

  • Cerca la culla più vicina alla tua città di residenza.
  • Accanto alla finestra vi è un pulsante: premilo.
  • Attendi l’apertura della botola.
  • Poni delicatamente il neonato all’interno della botola.

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Abbandono dei bambini: il diritto di conoscere le proprie origini

L’abbandono dei bambini, come ripetuto più volte, è un fenomeno troppo diffuso. In molti casi i bambini, fino all’età adulta, rimangono all’oscuro della vera identità dei genitori naturali. Questo accade perché, fino a poco tempo fa, non era possibile cercare la propria famiglia d’origine.
Risale al 2017 la sentenza della Corte di Cassazione la quale sancisce che, se abbandonato, il figlio detiene il diritto di cercare la mamma.
Per fare in modo che i figli possano accedere alla propria storia parentale, acquisendo informazioni circa le proprie origini, occorre tenere conto che:

  • Il giudice interpella la madre allo scopo di conoscere le intenzioni di quest’ultima: ovvero se voglia mantenere il suo stato di madre non riconosciuta o se nel corso del tempo abbia cambiato idea.
  • Il diritto del figlio trova un limite insuperabile: se la madre vuole rimanere anonima, nulla potrà il figlio contro tale decisione.

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