foto_placenta

Distacco placenta: che cos’è, cause e conseguenze

Distacco placenta

Il distacco di placenta (dal latino abruptio placentae) è un’emergenza ostetrica, con una percentuale di incidenza che va dallo 0,45% all’1,3%. Il significato di distacco di placenta risiede in un distaccamento placentare che può avvenire prima che il feto venga espulso (in travaglio), oppure prima ancora che il travaglio inizi (78% dei casi). Questo scollamento intempestivo è caratterizzato da uno stravaso ematico a livello della decidua materna (la componente placentare che guarda verso la mamma, e che si oppone al corion che si rivolge invece verso il feto).

I distacchi possono avvenire a qualunque epoca gestazionale: il distacco di placenta nel I primo trimestre è possibile, ma viene classificato come aborto; ad esempio a due mesi di gravidanza è difficile indagare sulle motivazioni che portano all’interruzione della gravidanza, che spesso avviene solo per motivazioni del tutto casuali. Tuttavia è possibile che ecograficamente si evidenzi un piccolo distacco di placenta che poi si rimargina spontaneamente; più grave è invece quando c’è un distacco parziale (quasi metà della superficie placentare) o completo (in tale circostanza la mortalità del feto si attesta quasi al 100%).

Distacco della placenta

I sintomi del distacco di placenta sono le perdite di sangue scuro (nel 40% dei casi), dolore addominale diffuso, innalzamento del fondo uterino, collasso e shock emorragico. Per quanto riguarda il feto è chiaro che la sofferenza e la riduzione dei MAF (movimenti attivi fetali) sono i primi segni di allerta. Nel caso in cui ci sia un distacco prima di 37 settimane di gravidanza, purtroppo è consequenziale anche il rischio di prematurità.

Distacco della placenta

Le cause del distacco di placenta sono prevalentemente materne e sono: l’età, ovvero donne molto giovani o molto adulte; la parità; l’etnia, specie quella africana e caucasica; l’ipertensione, sia cronica che gestazionale; la rottura prematura delle membrane; la trombofilia, sia congenita che acquisita; la presenza di fibromi uterini; l’uso di ossitocina e i traumi addominali (cadute, incidenti stradali o percosse).

La placenta è l’organo deputato agli scambi materno-fetali; essa è un organo temporaneo in grado di sostituire i polmoni, i reni e il fegato del piccolo, che momentaneamente è nutrito attraverso il cordone ombelicale. Essa assume nell’utero diverse posizioni, e quindi si parla di placenta posteriore o anteriore; cosa vuol dire placenta posteriore? Vuol dire che essa si trova nella parte posteriore dell’utero, nel retro, verso la colonna vertebrale. In caso di placenta posteriore, e di distacco, non si avverte dolore o reattività dell’utero, che appare invece rilasciato; come si manifestano le contrazioni? In caso di distacco di placenta la frequenza aumenta, fino a più di 5 in 10 minuti.