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Stress in gravidanza: le conseguenze per il bambino

Stress in gravidanza

Lo stress emotivo e l’ansia in gravidanza rappresentano delle condizioni di normalità; cosa causa lo stress? Lo stress insorge perché la gestazione infonde nella donna un profondo cambiamento e un maggiore senso di responsabilità nel divenire madre. Tuttavia è possibile che da condizioni fisiologiche, si cambi facilmente verso situazioni gravi, che richiedono l’intervento di un professionista che aiuti la futura mamma a combattere l’agitazione in gravidanza. Va precisato, infatti, che tutte le emozioni che la donna prova arrivano al piccolo e lo influenzano; ma arrabbiarsi in gravidanza fa male al bambino? Ovvio che si, perché sia che la donna provi felicità o rabbia questa determina il rilascio di ormoni a cui il piccolo non è pronto.

Arrabbiarsi in gravidanza è deleterio, e le conseguenze dello stress sono svariate; ad esempio, il rilascio di cortisolo inficia sulla funzionalità placentare e quindi sulla crescita e sostentamento del feto. Così come l’eccessivo nervosismo in gravidanza finirebbe, secondo alcuni studi, per consumare tutte le difese immunitarie che la mamma può trasmettere al nascituro. Quindi, il consiglio giusto da seguire è quello di limitare le arrabbiature in gravidanza e avere sempre una vita serena per sé e per il piccolo.

Stress e problematiche nella prole

La questione stress e gravidanza è oggetto di molti studi e ricerche; ciò per comprendere i rischi a cui il nascituro è esposto. Cosa provoca lo stress? Lo stress è in grado di alterare la composizione del microbiota; esso è l’insieme dei batteri presenti nell’apparato gastro-intestinale della futura mamma. Un’alterazione del microbiota comporterebbe ansia e disturbi cognitivi nell’età adulta. Questa teoria scientifica proviene dal Convegno annuale della Society for Neuroscience, dai ricercatori dell’Ohio State University di San Diego (USA).

Stress e problematiche nella prole

La ricerca è avvenuta su due gruppi di topi in gravidanza; il primo gruppo è stato sottoposto a stress, ovvero rinchiusi in un ambiente ristretto per due ore al giorno per una settimana. Il secondo, invece, che è il gruppo di controllo, è stato lasciato in tranquillità. Dopo ciò sono stati analizzati i batteri intestinali e placentari dei roditori; gli scienziati hanno quindi scoperto che il microbiota dei topi stressati era cambiato. In più anche l’assetto batterico delle figlie femmine era stato colpito, fino all’età adulta.

I risultati dello studio sullo stress

I test praticati sulla prole dei roditori hanno evidenziato che le topoline, figlie del gruppo soggetto a stress, erano più ansiose e manifestavano difficoltà nell’apprendimento. In aggiunta, i marcatori infiammatori della placenta e nel cervello del feticino dei topi stressati sono aumentati. Risultava, anche, una diminuzione del fattore neurotrofico cerebrale: una molecola che incrementa la crescita dei neuroni.

Questi dati sono dimostrabili su prole femmina ma le informazioni verranno in futuro estese anche al sesso maschile. Ad ogni modo i risultati suggeriscono che lo stress in gravidanza causa problemi mentali duraturi ai figli; infatti, i batteri del tratto digerente e riproduttivo della mamma sono i primi che colonizzano l’intestino del feto sia in gravidanza che dopo il parto. I batteri quindi non sono sempre e solo da abbattere, poiché a volte contribuiscono a una buona salute. I topolini figli ansiosi trascorrevano maggiormente tempo al buio e al chiuso, sebbene dopo la nascita finiva lo stimolo stressogeno.