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Mangiare in travaglio fa bene: i benefici

Non mangiare in travaglio: perché?

Il travaglio è il periodo precedente al parto, in cui attraverso le contrazioni uterine si dilata il collo dell’utero; queste favoriscono la progressione del feto nel canale del parto fino alla sua nascita. Il momento del travaglio è delicato tanto quanto la gravidanza, e non è privo degli stessi cambiamenti e ansie che accompagnano la futura mamma. Da moltissimi anni, una situazione molto dibattuta in travaglio riguarda la possibilità di mangiare o meno; spesso i medici ginecologi e le ostetriche ostacolano il normale consumo di cibi in previsione di un parto operativo o di complicanze.

Infatti, un travaglio indotto ha maggiori possibilità di incorrere in un taglio cesareo, dove è necessario che la donna sia digiuna; altre teorie, invece, sostengono che la privazione avvenga per evitare nausea e vomito che potrebbero infastidire la donna e debilitarla. Tuttavia, evitare di mangiare e bere può essere peggio, specie se la mamma ne ha voglia. Il compromesso, sta nel favorire l’alimentazione con cibi leggeri e asciutti; e soprattutto bere poco e spesso sostanze zuccherate (come i succhi di frutta) che danno energia.

Mangiare durante il travaglio fa bene

Ci sono voluti 40 anni, però, per eliminare questo dannoso retaggio culturale che vede l’esasperazione del rischio di eventi operativi dietro l’angolo; è vero che la probabilità di un cesareo aumenta in particolari circostanze, ma la privazione del cibo deve avere più benefici che rischi.

Secondo una metanalisi le donne possono mangiare senza rischi; l’autore principale dello studio Vincenzo Berghella, della “Thomas Jefferson University” di Philadelphia, ha però affermato di non sapere ancora in quali quantità sia più sicuro. Il lato rassicurante però, aggiunge il ricercatore, sta nel fatto che oggi l’anestesia generale è meno comune, e il rischio di intubazione e polmonite ab ingestis diminuito. Tuttavia le Linee Guida continuano a sconsigliare di alimentarsi.

Mangiare durante il travaglio fa bene

Lo studio alimentazione e travaglio

I dati raccolti hanno confrontato gli esiti del travaglio di donne a cui era stato permesso solo di ingerire cubetti di ghiaccio o piccole quantità di acqua, insieme a quelli di gestanti che potevano bere e mangiare di più. La metanalisi è molto varia, poiché in uno studio alle donne era concesso di bere sciroppo di mele e datteri; in un altro qualunque cibo e bevande; altri studi ancora avevano permesso di ingerire liquidi con i carboidrati. Gli studi sono in totale 10, con un campione di 3.982 donne in fase di travaglio; nessuna di loro era candidata a parto gemellare o con rischio eccessivamente aumentato di cesareo.

Le donne più libere di mangiare non presentavano un rischio maggiore di complicanze come vomito e soffocamento durante un’anestesia generale; ma quelle a cui era stato concesso di mangiare e bere di più rispetto ai comuni cubetti di ghiaccio, hanno avuto travagli più brevi in media di 16 minuti.

“Se siamo ben idratati e abbiamo un giusto apporto di carboidrati nel corpo, i muscoli lavorano meglio”, ha continuato Berghella. Infatti, l’utero è un organo essenzialmente muscolare e quindi per potersi contrarre e rilassare ha bisogno di sostentamento; questi risultati si associano a uno studio precedente, dove le donne che avevano bevuto più di altre partorivano più rapidamente del gruppo di controllo.