accavallare le gambe in gravidanza

Accavallare le gambe in gravidanza

Accavallare le gambe in gravidanza

Esistono tante credenze sulla gravidanza. Alcune sono talmente radicate, che vengono tramandate da madre a figlia come fossero dogmi e verità indiscusse. Dalla forma della pancia per capire il sesso del bebè, al divieto di recarsi dal dentista per i 9 mesi di gestazione, pena il rischio di perdere il piccino. Guai, poi, ad accavallare le gambe in gravidanza!

Le nostre nonne e mamme avevano paura di accavallare le gambe in gravidanza perché questa posizione poteva ridurre lo spazio del piccino nel pancione, o causare lo schiacciamento di alcune parti del feto. Oggi questa credenza è stata sfatata. Certo i medici consigliano di non incrociare le gambe per molto tempo. Non solo durante la gestazione, ma già dall’infanzia per evitare problemi posturali.

Accavallare le gambe è una posizione scelta soprattutto dagli studenti e, in generale, da coloro che svolgono un lavoro sedentario. Una postura che determina dolori lombari e contratture alle spalle. Ciò perché un piede poggia correttamente a terra, l’altro è sollevato ed impone alla colonna vertebrale di inclinarsi in modo non fisiologico, determinando i dolori alla schiena. A maggior ragione, nei mesi dell’attesa, questa posizione potrebbe favorire o aggravare anche i problemi legati alla circolazione del sangue.

Durante la gestazione, infatti, il flusso sanguigno è maggiore e per la difficoltà di risalire dalle zone periferiche al cuore, tende a ristagnare nel tessuto venoso. Ciò causa una sensazione di pesantezza e stanchezza alle gambe, crampi, gonfiore e formicolii.

Nelle situazioni più gravi, dove c’è una certa familiarità, possono comparire dei capillari rossi sotto pelle, o le vene varicose. Questi sintomi si accentuano quando le donne sul divano trascorrono molto tempo, magari guardando la tv, con le gambe accavallate.

La vita sedentaria, in realtà, aggrava anche altri disagi tipici dell’attesa: le difficoltà di digestione, le situazioni di stipsi e non aiuta la gestante a smaltire qualche caloria assunta in più, magari per soddisfare qualche voglia.

Un altro disagio per la donna, sempre afferente alla circolazione sanguigna, riguarda lo schiacciamento della vena cava. Un’altra situazione, afferente la circolazione sanguigna, riguarda la vena cava in gravidanza.

incrociare le gambe

Quando il pancione inizia ad essere evidente, se la donna si sdraia in posizione supina può schiacciare la vena cava. Conseguenza di ciò sono le nausee ed i capogiri.

Ecco perché la posizione consigliata per il riposo della donna incinta è quella su un fianco. Le donne che accavallano le gambe, anche in gravidanza, per un breve periodo di tempo non avranno conseguenze sulla circolazione sanguigna, soprattutto se praticano quotidianamente una leggera attività fisica e curano l’alimentazione.

Salvo diverse prescrizioni mediche, lunghe passeggiate o attività sportiva, come l’aquagym aiutano la gestante a rimanere in forma. Assumere alcune posizioni, come sollevare le gambe quando rimaniamo sedute, eviterà la possibilità di incorrere in dolorosi crampi. Per lo stesso motivo e per prevenire i capogiri è opportuno non restare tanto tempo in piedi.

Anche l’alimentazione è un’alleata per la cura della salute. Alimenti ricchi di potassio e vitamine, non dovranno mancare nella nostra lista della spesa.

In borsa, poi, non dovrà mancare una bottiglietta di acqua, per mantenerci idratate, in modo da prevenire le vampate di calore, tipiche dell’attesa.

Per non parlare dell’abbigliamento. Scarpe comode, con tacchi che non superino i 3-4 centimetri favoriranno il ritorno venoso. Anche abiti non aderenti saranno un valido aiuto alla circolazione. Per sconfiggere il senso di pesantezza alle gambe, la doccia con acqua fresca sarà un toccasana.

Se, poi, i problemi venosi non si riducono, anzi peggiorano, mostrando capillari arrossati sotto pelle, previo consulto medico, le calze contenitive potranno favorire una corretta circolazione. Il medico ci indicherà la tipologia di calze indicate per il nostro problema.