Acidità di stomaco

Scialorrea in gravidanza: che cos’è, le cause e i rimedi

Scialorrea

La scialorrea (ipersalivazione) è un fenomeno di salivazione abbondante presente nel I trimestre di gravidanza. Le cause della scialorrea sono imputabili alle normali modificazioni che avvengono all’apparato gastro-intestinale; comunque va ricordato che l’aumento della salivazione regredisce spontaneamente nella II fase della gravidanza. Questa iperpoduzione determina ansia e difficoltà a deglutire, proprio perché la donna fatica a ingerire come fa solitamente; tra i rimedi della scialorrea naturali si annoverano caramelle e/o chewing-gum da masticare che facilitano la deglutizione stessa. Non è strano, inoltre, che si verifichi l’alitosi in gravidanza; molte donne soffrono di reflusso, dispepsia o bruciore di stomaco e questo compromette insieme alla salivazione anche l’odore dell’alito.

Salivazione eccessiva

Le cause dell’ipersalivazione sono anche le alterazioni che subiscono le ghiandole del tubo gastro-intestinale; per queste ragioni aumenta l’acidità, e la saliva amara o acida viene prodotta in maggiore quantità di quella comune. Inoltre la saliva densa si riscontra in tutti quei casi dove la produzione supera la deglutizione; quindi aumentando la quantità aumenta anche la consistenza; per queste ragioni la donna non può non deglutire spesso.

Laroxyl

Laroxyl gocce

Per l’eccesso di salivazione esiste anche una terapia farmacologica; essa però va somministrata sotto stretto controllo medico. Ad esempio il Laroxyl gocce (Amitriptilina) è un antidepressivo con funzione di ridurre la troppa salivazione; l’uso in gravidanza, però, non è scevro da pericoli; non esistono studi scientifici, infatti, che ne testimonino la sicurezza nell’arco dei 9 mesi. Pertanto l’uso è consigliato solo se i benefici per la mamma superano i rischi per il feto.

Oggi è altrettanto discusso il Lexil gocce, che però è un farmaco notevolmente più pericoloso del primo; nel I trimestre infatti l’uso è bandito e nel corso della gravidanza può aumentare il rischio di depressione respiratoria e addirittura tendenza al suicidio. Esistono comunque professionisti che li prescrivono quando la situazione per la donna diventa invalidante; quando la salivazione notturna aumenta, diventando addirittura schiumosa o bianca, la terapia è consigliata ma la sorveglianza delle condizioni materno-fetali deve inevitabilmente crescere. La notte la salivazione aumenta a tal punto che mentre la donna dorme fuoriesce la bava dalla bocca. Sbavare nel sonno non è fisiologico, ma è giustificato dal fatto che mentre si riposa la deglutizione diviene più lenta, involontaria e pertanto difficile da controllare.

Eccessiva salivazione

La salivazione in gravidanza cambia e da trasparente, insapore e antibatterica finisce invece per generare fenomeni lesivi: le afte in gravidanza. Esse sono una lesione ulcerata della mucosa orale che si presenta perché lo scompenso ormonale, l’abbassamento della funzionalità del sistema immunitario o la carenza di vitamine, sono i fenomeni più ricorrenti durante la gestazione. La loro presenza genera dolore che aumenta la difficoltà a deglutire la saliva; tuttavia tendono a scomparire già dopo 6-7 giorni.