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I neonati dormono meglio a contatto con la mamma

Co-sleeping si, ma con la mamma è meglio. È quanto sostengono centinaia di ricercatori che sono unanimi nel ribadire quanto la qualità del sonno del piccolo migliori stando a contatto con la mamma. Perché? È stato provato scientificamente che quando i neonati dormono a contatto pelle a pelle – la cosiddetta canguro-terapia – con la mamma, hanno un battito cardiaco regolare, presentano un livello di stress meno elevato, e godono di un riposo migliore.

Dormire con la mamma migliora il sonno dei piccoli

A dirlo è, tra gli altri, un gruppo di ricercatori della University of Cape Town, che prendendo in considerazione 16 neonati, ha stabilito che il contatto pelle a pelle tra madre e figlio determina meno ansia nei piccoli e potrebbe rivelarsi fondamentale anche per garantire un più efficace sviluppo cerebrale.

Gli studiosi inoltre sottolineano un ulteriore aspetto. Non basta solo condividere il letto con la mamma: è fondamentale che i piccoli sperimentino il contatto pelle a pelle. Devono quindi dormire addosso al corpo della donna che li ha messi al mondo. Solo cosi si regolarizzerà il battito cardiaco, diminuiranno i livelli di stress. La mamma cosi assume una funzione da incubatrice, stabilizzando il cuore di suo figlio.

Contatto pelle a pelle determina più intelligenza, meno aggressività ed impulsività

Secondo una ricerca colombiana il contatto pelle pelle migliora anche la salute complessiva dei figli offrendo loro più intelligenza, meno aggressività, impulsività e iperattività. Non solo: i neonati che avevano sperimentato la canguro – terapia avevano anche minor numero di infezioni gravi che richiedevano il ricovero in ospedale, oltre ad aver il 3,6 per cento in più di tendenza a sviluppare un cervello più grande.

Mamma e figlio: due cuori all’unisono

Il ricercatore James J.McKenna, invece, ha evidenziato l’importanza del co-sleeping tra mamma e figlio, sottolineando come l’idea che i neonati si debbano calmare da soli sia solo una costruzione culturale. La sua ricerca, in particolare, si è indirizzata sul ritmo e sui respiri dei piccoli e delle madri. L’esito a cui è giunto, è che i cuori dei due battono all’unisono, e sono regolati dalla presenza l’uno dell’altra.