funghi in allattamento

Funghi in allattamento: si possono mangiare?

Funghi e allattamento: sì o no?

I funghi sono un alimento straordinario, hanno un sapore caratteristico e gustoso, contengono molti elementi nutritivi e sono davvero ipocalorici. Tuttavia alcuni medici sconsigliano di mangiare i funghi durante l’allattamento perché potenzialmente tossici. Altri ritengono che le mamme che allattano non debbano mangiare più di 200 grammi di funghi in allattamento.

La dieta in allattamento è molto importante in quanto le sostanze nutritive assunte dalla mamma passano, attraverso il latte, anche al bambino.

Per questo motivo, molte mamme si chiedono: “Posso mangiare i funghi in allattamento?”

Scopriamolo insieme.

Alimentazione in allattamento: i funghi

Tutte le varietà di funghi, se mangiate in grandi quantità, sono potenzialmente tossiche. La dose massima raccomandata in una settimana è di 500 grammi per tutti gli adulti. Una mamma che allatta merita un discorso a parte ogni qualvolta si parli di cibi consentiti o cibi da evitare in allattamento.

Secondo i medici più rigorosi, non dovrebbe esistere alcun tipo di rapporto fra funghi e allattamento. Il motivo di questo divieto è che le eventuali sostanze tossiche dei funghi potrebbero confluire nel sangue e nel latte, diventando un pericolo per il piccolo.

I funghi, infatti:

  • sono difficilmente digeribili;
  • potrebbero causare avvelenamenti e intossicazioni alimentari.

Il discorso vale sia per i funghi porcini in allattamento che per i funghi champignon in allattamento che possono provocare problemi digestivi. La tipologia più commestibile è, invece, quella dei funghi pioppini, purché siano di provenienza garantita e vengano lavati bene.

Ad ogni modo, la maggior parte degli esperti concorda nel dire che in allattamento si possono mangiare i funghi purché con le dovute precauzioni.

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Funghi durante l’allattamento: quali preferire?

Mangiare funghi in allattamento è consentito nel caso di funghi freschi, secchi o surgelati venduti nel reparto ortofrutta dei supermercati poiché sono controllati.

Sono vietati, invece, tra i cibi in allattamento, i funghi raccolti nei boschi, dei quali si ignora la provenienza e che potrebbero causare avvelenamento. Allo stesso modo, sono vietati i funghi crudi, così come il tartufo in allattamento, perché potrebbe essere causa di toxoplasmosi.

L’avvelenamento da funghi si manifesta con sintomi vari che possono essere:

  • diarrea;
  • mal di stomaco;
  • vomito;
  • convulsioni;
  • crampi muscolari;
  • sonnolenza;
  • anemia;
  • danni irreversibili al fegato;
  • morte, se non si interviene in tempo.

Mangiare funghi in gravidanza, allo stesso modo, è pericoloso perché un eventuale avvelenamento potrebbe comportare un aborto spontaneo.

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Funghi, allattamento e dieta

Come abbiamo detto, secondo alcuni medici i funghi sono alimenti vietati in allattamento. Secondo molti altri, seguendo alcune semplici indicazioni, invece, i funghi possono essere inseriti tra i cibi consentiti per una corretta alimentazione in l’allattamento.

I funghi contengono:

  • pochissime calorie;
  • un alto contenuto di fosforo, un minerale importante nella formazione di ossa e denti;
  • ergosterolo, una sostanza nel corpo che viene convertito in vitamina D, migliora l’utilizzazione di calcio e fosforo e aiuta la mineralizzazione delle ossa;
  • iodio, la cui richiesta aumenta durante l’allattamento.

Le indicazioni generali riguardo i funghi in allattamento sono:

  • mai mangiare funghi che non siano correttamente identificati;
  • cuocerli per almeno 5 minuti;
  • non consumarli mai crudi;
  • non superare la dose di 500 grammi per gli adulti in generale e di 200 grammi a settimana durante l’allattamento.

I funghi non rientrano, quindi, necessariamente nella lista di cosa non mangiare in allattamento. Tuttavia, in caso di dubbio è preferibile chiedere indicazioni al medico di base e al pediatra. Solo il nostro medico, che conosce il nostro quadro clinico e possibilmente anche quello del piccolo, potrà indicarci con esattezza cosa non mangiare durante l’allattamento.

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Allattamento al seno: cosa mangiare

Il periodo dell’allattamento al seno è molto importante perché tramite il proprio latte, la mamma permette al bambino non solo di crescere ma anche di rimanere sano. Il latte materno contiene, infatti, non solo i nutrienti necessari per lo sviluppo, ma anche anticorpi, ormoni materni e sostanze che rendono il sistema immunitario del neonato pronto al mondo esterno. Proprio per questo, la mamma deve prestare attenzione estrema agli alimenti vietati in allattamento perché il loro eventuale consumo potrebbe causare problemi al piccolo.

Seguendo un’alimentazione adatta ed equilibrata, attenta a cosa mangiare e cosa non mangiare quando si allatta, la mamma si prende cura di se stessa e allo stesso tempo provvede anche al suo bambino.

Se la mamma ha sempre seguito una dieta varia ed equilibrata, l’allattamento non richiede particolari cambiamenti di abitudini. In generale, non servono neanche particolari integrazioni vitaminiche. Le mamme che allattamento hanno solo la priorità di mangiare in modo diversificato e nelle giuste quantità.

Durante l’allattamento, il fabbisogno di acqua aumenta lievemente. Tuttavia non occorre che la madre si sforzi di bere oltre la sete che sente. Infatti, in risposta alla suzione del bambino, il rene materno è capace di risparmiare acqua, riducendone il volume delle urine.

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Cosa mangiare in allattamento?

Il consiglio è di seguire una dieta varia. In particolare, assumere diversi tipi di proteine, fibre, vitamine, sali minerali fornisce al piccolo tutti i valori nutrizionali necessari. Un’alimentazione diversificata, inoltre, è funzionale anche ad abituare il neonato a digerire cibi differenti. Da ciò è facile comprendere come dieta e allattamento sia un binomio particolarmente importante.

L’allattamento richiede circa 500 kcal al giorno in più rispetto al normale fabbisogno. La dieta per allattamento deve tenere conto che in questo periodo si ha un maggior utilizzo delle proteine (40% in più). Aumenta anche il fabbisogno di vitamine del complesso B, di vitamina C, A ed E, in misura variabile tra il 25 e il 70% della quantità abituali. Il bisogno di vitamina D cresce invece di 4 volte. Infine anche l’incremento nell’utilizzo di calcio, fosforo e iodio, aumenta del 50%. Tuttavia il soddisfacimento di tutte queste richieste alimentari non necessita di particolari modifiche nella normale dieta.

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Cosa non mangiare in allattamento?

Ci sono alcuni cibi che è preferibile consumare moderatamente, perché potrebbero causare coliche neonatali, poiché è molto stretto il rapporto tra dieta in allattamento e coliche.

Sembra che i cibi più grassi siano quelli che provocano le coliche nei bambini. Anche se non ci sono sufficienti studi che dimostrano questa costatazione in modo inequivocabile.

Sono cibi sconsigliati in allattamento, soprattutto se il bambino già soffre di coliche gassose:

  • fritture;
  • insaccati;
  • legumi;
  • frutta secca.

Ci sono poi dei cibi da evitare in allattamento perché potrebbero dare un sapore sgradito al latte e sono:

  • cavoli;
  • broccoli;
  • asparagi;
  • carciofi;
  • aglio;
  • cipolla;
  • spezie molto forti, come peperoncino e curry.

È preferibile, ancora, ridurre i cibi potenzialmente allergizzanti come:

  • i crostacei;
  • le fragole;
  • il cioccolato.

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