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Qual è il tipo di parto più doloroso

Si dice sempre che il parto è una cosa naturale. Tuttavia sappiamo bene che ci sono diversi modi di partorire. Molte donne purtoppo non sperimentano affatto la naturalezza di questo momento. Alcuni parti ad esempio “naturalmente” non partono neppure ed è necessario indurli. Perché? Perché ci sono parti semplici, spontanei e soddisfacenti e parti invece così dolorosi e laboriosi? E qual è il parto più doloroso?

Il parto è tanto più doloroso quanto meno è spontaneo

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Verrebbe da dire che allora è il cesareo. Invece no: il cesareo è un intervento, sicuramente impegnativo e da scegliere solo quando non c’è alternativa. Come tale comporta i dolori postumi di qualsiasi intervento. Tuttavia non possiamo dire che sia l’esperienza più dolorosa che una donna possa provare. Durante la nascita del bambino la donna è anestetizzata, e (salvo complicazioni legate all’anestesia) non sente dolore.

Un altro dato da non sottovalutare è la sua condizione psicologica. Nel parto cesareo la donna si sottopone in modo passivo alla nascita del suo bambino. Questo se per alcune donne può creare ansia, per altre invece è quasi un sollievo. Essere sgravate dalla responsabilità di mettere al mondo il proprio bambino con le proprie forze, non dover temere di sbagliare e di fargli del male, non dover affrontare un fallimento.

Non si può pensare che questa condizione psicologica non influisca negativamente sulla percezione del dolore. Una donna che viene indotta farmacologicamente al parto, in cuor suo parte già per metà sconfitta. Probabilmente si era preparata a questo momento, si era motivata ad essere attiva e partecipe del suo parto, e quando arriva il momento apparentemente il suo corpo non collabora. Un medico coscienzioso sa che si può aspettare un paio di settimane se tutto va bene e non ci sono rischi. ma a volte anch quelle due settimane di attesa non cambiano nulla.

A quel punto si opta per l’induzione: vengono somministrati farmaci che stimolano le contrazioni. Cosa succede nel cervello di una donna che si era preparata ad un parto naturale? Una parte più o meno conscia di lei le sussurra che da sola non ce l’ha fatta. Che lei se ne renda conto o no, vive già il suo primo fallimento. Questo è già di per se’ doloroso e stressante ed è cosa ben risaputa che il malessere mentale influisce negativamente sulla produzione di serotonina, attivando massivamente i recettori del dolore.

In più il corpo non ha attivato la secrezione di ormoni come il cortisolo, che a termine di gravidanza normalmente viene secreto per preparare l’organismo ad affrontare meglio l’arrivo delle contrazioni. Questo forse spiega perchè le contrazioni indotte pur non raggiuggendo picchi più elevati di quelle naturali, sono percepite come più dolorose.

foto_parto_più_doloroso

Il parto indotto farmacologicamente ha anche un altro svantaggio. La medicalizzazione in genere pora sempre ad altra medicalizzazione. Un parto indotto su due finisce con una mancata progressione della testa fetale, che obbliga ad una episiotomia ed estrazione di ventosa. Questo è molto doloroso, sia a livello fisico che a livello psicologico. La paura che qualcosa vada storto, la sensazione di fallimento, il dolore dell’incisione, sono a volte esperienze che ci si trascina a lungo.

Ma perchè i parti indotti vanno a finire quasi sempre così? Perché il corpo è una macchina perfetta, e se un parto non si avvia naturalmente c’è sempre una causa. La nostra medicina occidentale purtroppo è più orientata al rimedio immediato che alla ricerca della causa. Se un parto non si avvia si induce.

È molto raro che si cerchi il perchè del blocco. Nella maggior parte dei casi, nei parti che non si avviano i feti sono mal posizionati o ci sono asimmetrie del bacino. La parte che presentano è la testa, ma non è posizionata in modo favorevole alla nascita. Forse in questo caso il corpo della donna “si difende” non avviando il parto. E forse forzando la mano quindi faremo peggio? Necessario sarebbe fare una accurata diagnosi di posizione nelle donne in cui il parto non si avvia.

Altre volte però la causa viene cercata ma non si trova, almeno non nel corpo. A volte la causa di un mancato travaglio è nella testa della madre. Ma noi a differenza della medicina orientale, non siamo abituati a considerare il corpo e la mente come una unità. Siamo ancora scettici nel pensare che un blocco mentale possa condizionare la secrezione di ormoni e quindi il corpo, nonostante numerosi studi a favore di queste tesi.

In conclusione il parto più doloroso è quello che non volevamo. Quello che ci delude e ci strazia sia a livello fisico sia a livello psicologico. Come possiamo evitarlo? Con una accurata conoscenza di se’ stessi, dei propri punti deboli e delle proprie forze. Domandatevi sempre il perchè di quello che ci accade nel corpo, perchè il corpo non fa altro che inviare dei segnali, con i suoi blocchi, con i suoi dolori.

Prima di intraprendere un parto indotto investigate. Domandate al ginecologo di farvi una pelvimetria, chiedete in che posizione è il vostro bambino. Se tutto va bene nel corpo allora domandatevi se c’è qualcosa che vi spaventa nel profondo. Fate la psicoterapia, fate l’agopuntura ostetrica. Provatele tutte. Cercate la causa. Non c’è niente di più meraviglioso e soddisfacente di un bel parto naturale. Come dicono gli induisti la cura è già dentro di noi.