La pericolosità del fumo in gravidanza è piuttosto nota e dimostrata scientificamente. La nicotina può essere infatti gravosa non solo per la donna incinta, ma anche e soprattutto per il feto che porta in grembo. Oggi, alle numerose e spiacevoli conseguenze del fumo durante la gestazione, se ne aggiunge un’altra, l’ennesima. L’esposizione alla nicotina, prima durante e dopo la nascita, potrebbe danneggiare l’udito del nascituro.
Il fumo in gravidanza danneggia l’udito del nascituro
A dirlo è uno studio condotto dai ricercatori della Freie Universität di Berlino, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Journal of Physiology e riportati da Healthdesk.it. La ricerca tedesca, in particolare, ha ricostruito gli effetti nocivi del fumo sullo sviluppo del tronco cerebrale uditivo nei topi.
Lo studio
La ricerca si è svolta prendendo in esame alcuni di questi animali incinta. È stata fornita loro dell’acqua con l’ aggiunta di nicotina mediamente nelle stesse quantità assunte dai fumatori umani. Dopo il parto, la prole generata è stata esposta alla nicotina attraverso il latte materno per tre settimane. Questo periodo di tempo per un topo equivale più o meno a cinque anni per gli esseri umani.
Portando avanti l’indagine, il team tedesco ha poi scoperto che i topi esposti alla nicotina mostravano un difetto nella trasmissione dei segnali sonori. Ciò significa che i neuroni che normalmente ricevono l’input sensoriale dall’orecchio, lanciavano segnali meno distinti e chiari agli altri neuroni del tronco cerebrale uditivo.
Il segnale elettrico trasportato dal nervo uditivo al cervello – che poi lo codifica come suono – era meno preciso nei topi esposti alla nicotina. L’encefalo, dunque, aveva maggiori problemi di ricezione e più difficoltà nel decodificarlo.
Gli esperti, prendendo i topi come oggetto d’indagine, sono arrivati allora a dimostrare quanto questo stesso processo potrebbe spiegare le difficoltà di udito riscontrate nei figli di madri fortemente fumatrici.