vongole in gravidanza

Vongole in gravidanza: si possono mangiare?

Vongole in gravidanza

il consumo di vongole in gravidanza resta uno dei dilemmi più discussi in ambito di corretta alimentazione.

Il timore della donna, infatti, è sempre quello di mangiare qualcosa che possa nuocere al feto e tanti sono i dubbi riguardanti il consumo di tutto il pesce in gravidanza.

Scopriamo insieme se e come le mamme possono mangiare vongole in gravidanza.

Vongole: valori nutrizionali

Le vongole sono tra gli alimenti più conosciuti e apprezzati della cucina mediterranea, specie per le innumerevoli ricette che le vedono come protagoniste: spaghetti, risotti e zuppe, a cui è davvero difficile rinunciare.

Esistono diversi tipi di vongole in commercio, come:

  • le vongole veraci (Venerupis decussata);
  • le vongole filippine (Venerupis philippinarum);
  • le comuni vongole (Chamelea gallina);
  • i lupini (Dosinia sxoleta).

Diverse sono le arselle, che spesso sono confuse con le vongole ma, in realtà, appartengono a una differente famiglia.

I benefici delle vongole sono:

  • la presenza di vitamine A, B12, D;
  • ricche di iodio, essenziale per lo sviluppo fetale e il corretto funzionamento della tiroide;
  • hanno pochi grassi e molte vitamine liposolubili.

vongole in gravidanza

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Vongole e gravidanza: sì o no?

A causa dei tanti valori nutrizionali, il consumo di vongole in gravidanza è consentito, facendo attenzione, però, a una serie di piccoli accorgimenti.

  • È fondamentale mangiare soltanto vongole cotte in gravidanza. Il rischio di vongole crude, così come di tutto il pesce crudo in gravidanza, è correlato alla presenza di parassiti che se presenti, potrebbero far ammalare la futura mamma. Cuocere, perciò, le vongole in padella, per eliminare qualsiasi tipi di batterio.
  • Si possono mangiare le vongole surgelate in gravidanza, purché abbiano una provenienza certa. Esse sono sicure perché vengono trattate a basse temperature che abbattono la presenza dei parassiti. Tuttavia, è opportuno che anche le vongole congelate siano cotte perché la contaminazione può avvenire a contatto con altri cibi, subito dopo lo scongelamento.

È utile seguire gli stessi accorgimenti anche per quanto riguarda il consumo di arselle in gravidanza.

vongole gravidanza

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Crostacei e molluschi in gravidanza: da evitare o no?

L’elenco dei crostacei più conosciuti comprende: aragoste, gamberi, scampi e astici. I crostacei hanno un’alta probabilità di contaminazione parassitaria, responsabile di problematiche a carico di stomaco e intestino che potrebbero debilitare intensamente la mamma; pertanto si sconsiglia di mangiarli in gravidanza. Se proprio non se ne riuscisse a fare a meno, è sempre opportuna una cottura prolungata per bloccare il ciclo vitale e biologico degli agenti patogeni. Quindi sì ai crostacei in gravidanza, purché siano cotti.

Sarebbe preferibile evitare anche il consumo di molluschi in gravidanza quali vongole, cozze, calamari, polpi e seppie, perché questi tipi di pesci tendono a trattenere tutto ciò che incontrano, anche agenti patogeni. Tuttavia, se si è certe della provenienza e se ben cotti, ogni tanto, care mamme, potete mangiarli.

Qui di seguito un video che chiarisce i dubbi riguardanti i molluschi in gravidanza.

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Cosa si può mangiare in gravidanza?

L’alimentazione in gravidanza è uno dei punti fondamentali per assicurare le migliori condizioni di benessere materno e crescita fetale: non è importante mangiare per due, ma due volte meglio!

Occorre, a tal proposito, seguire una dieta sana e bilanciata che comprenda le proteine (carne, pollo, pesce e legumi), i carboidrati (cereali, pane, pasta e riso), il latte e i derivati (formaggi) e ovviamente frutta e verdura, lavate accuratamente. In aggiunta, non va mai trascurata una buona idratazione, con almeno 2 litri di acqua al giorno. Se si soffre di nausea gravidica, soprattutto nel primo trimestre, è opportuno consumare alimenti anti-emetici, come lo zenzero. Inoltre, sempre durante il primo trimestre, ma anche prima, se la gravidanza è programmata, è opportuno consumare molto acido folico, utile per prevenire alcuni difetti nel bambino, come la spina bifida.

Sono cibi da evitare in gravidanza:

  • tutti gli alimenti a base di uova crude o non pastorizzate;
  • il sushi e tutto il pesce crudo, e i pesci di taglia grande;
  • i formaggi non pastorizzati e non stagionati e tutti gli alimenti realizzati con latte non pastorizzato;
  • alcuni tipi di salumi, affettati, insaccati e tutta la carne cruda;
  • qualsiasi tipo di alimento fritto.

È sempre opportuno consultare il proprio ginecologo perché ogni gravidanza varia in base alle esigenze della gestante e del suo bambino.

pesce crudo in gravidanza

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Pesci in gravidanza: quali scegliere?

Abbiamo visto che alcuni tipi di pesce rientrano nella lista degli alimenti da evitare in gravidanza. Eppure, se mangiato correttamente, il pesce è estremamente benefico per la futura mamma, perché ricco di proteine, vitamine, omega3 e pochissimi grassi.

  • Sono da evitare i pesci di taglia grande, che potrebbero contenere mercurio, rilasciato dagli scarichi industriali e in grado di arrivare in mare. I batteri che normalmente colonizzano gli animali marini lo trasformano in metilmercurio, in grado di accumularsi poi nei tessuti adiposi/grassi. I pesci predatori, come lo squalo, lo sgombro o il pesce spada, ne hanno quantità superiori perché alla loro quota associano anche quella dei pesci-preda. E’ meglio, per la gestante, nutrirsi di salmone, gamberetti, e tonno naturale in scatola, acciughe e sardine perché a basso contenuto o addirittura privi di mercurio.
  • Il polpo in gravidanza è molto apprezzato, sempre dopo una buona cottura, perché ricco di calcio, così come i calamari.
  • Il consumo di cozze in gravidanza è molto discusso. Esse fanno parte della famiglia dei molluschi di mare bivalve che si nutrono filtrando l’acqua marina in cui vivono. Questi sopravvivono anche in ambienti assai inquinati, e può succedere che vengano in contatto con materiale organico che contiene varie tipologie di virus, “conservandoli” al loro interno e trasmettendoli quindi al consumatore finale, ovvero l’uomo. In egual misura le cozze sono capaci di trasmettere, in percentuale maggiore, il Norovirus, che causa una potentissima gastroenterite.
  • Riguardo al salmone in gravidanza, ricco di benefici noti, il consumo è incoraggiato anche più volte alla settimana e non rientra tra gli alimenti da evitare. È fondamentale, però, scoraggiare il consumo di salmone affumicato perché più a rischio di essere contaminato dalla Listeria Monocytogenes, un batterio capace di adattarsi ad ambienti ostili, e che può causare danni neurologici al feto. Via libera quindi a quello fresco, specie se ben marinato.
  • Per quanto riguarda il consumo di gamberetti in gravidanza, l’abitudine consueta è quella di mangiarli anche crudi con solo un po’ di limone, ma ovviamente nei 9 mesi di gestazione ciò è da evitare. Tuttavia, se soggetti a cottura, è assolutamente garantita la sicurezza di questo alimento da solo o nelle ricette più svariate.

Una scorretta dieta in gravidanza, potrebbe causare infezioni che in qualsiasi fase della vita risulterebbero innocue, mentre in gravidanza potrebbero causare problemi alla mamma e al bambino. Tra questa:

  • la listeriosi: il batterio che la causa è resistente anche al congelamento (considerato il miglior metodo di conservazione degli alimenti dal punto di vista igienico). Le sue conseguenze possono essere molto gravi: se nella madre i sintomi sono sovrapponibili a quelli di una semplice influenza (febbre, dolori muscolari e sintomi gastro-intestinali) il feto rischia la vita, o una nascita segnata da problemi respiratori e meningite;
  • la salmonellosi: un’infezione che provoca sintomi gastro-intestinali, si risolve in genere spontaneamente nelle persone adulte; tuttavia il bacillo può trasmettersi al feto attraverso la placenta e provocare conseguenze anche gravi;
  • la toxoplasmosi: nota malattia potenzialmente dannosa per il nascituro e generalmente attribuita al contatto con i gatti, è in realtà trasmissibile anche attraverso il consumo di cibi crudi o poco cotti.

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