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Leucorrea gravidica

Leucorrea gravidica: che cos’è

La leucorrea gravidica è una perdita vaginale bianca, o per meglio dire trasparente del tutto fisiologica. L’emissione di questo muco bianco/trasparente è causata da un notevole aumento dei livelli ormonali nella donna, in particolare estrogeni, a seguito di un’abbondante secrezione delle ghiandole della cervice uterina. Attenzione però alla quantità di queste perdite e alla loro consistenza, visto che se aumentano significativamente e diventano più simili all’acqua, potrebbero essere anche liquido amniotico, specie nel corso del III trimestre. Ma come si presenta la leucorrea gravidica? Queste perdite bianche e dense non hanno odore, o quanto meno esso è minimo e quasi impercettibile; questo muco dalla vagina è molto simile a quello che viene emesso nel post-ovulazione, con il quale per l’appunto condivide le caratteristiche, ma quest’ultimo (contrariamente a quanto pensano alcune donne) non è sintomo di gravidanza.

Leucorrea

Per definizione la leucorrea è una secrezione bianca, che non è solo tipica in gravidanza, ma in diverse connotazioni è presente nelle donne di tutte le età. Quali sono le cause? Come già detto la causa scatenante è l’aumento degli estrogeni che ha come scopo principale quello di tenere sempre pulita la vagina. Queste secrezioni originano dalla mucosa vaginale interna (in minima parte), e dalla cervice uterina (la maggior quantità). Più in generale però ogni genere di alterazione, anche e soprattutto benigna dei livelli ormonali, può dare leucorrea; tra queste va ricordato il periodo della pubertà, l’ovulazione, l’assunzione della pillola e la menopausa. Inoltre, perdite biancastre più o meno dense possono verificarsi a carico di processi infiammatori o se accompagnate ad altri disturbi come prurito e bruciore anche a processi infettivi, assumendo le caratteristiche morfologiche del caso di specie.

sintomi gravidanza settimane iniziali

Sintomi della gravidanza nelle prime settimane

Il primo sintomo di una possibile gravidanza è sicuramente l’amenorrea, ovvero l’assenza delle mestruazioni, quando chiaramente questa non deriva da altre patologie ginecologiche a carico della donna. Oltre ciò, vi sono molti altri sintomi classici ma non sempre identificabili con l’arrivo di un bambino: la stanchezza, la fame, la pancia gonfia, il seno più teso, l’irritabilità, l’eccessiva salivazione, la stipsi e sicuramente la nausea e il vomito, tutte condizioni simili a una sindrome premestruale molto accentuata.

Quando compaiono? Una donna che conosce bene il suo corpo, può capire già una settimana dopo il concepimento che qualcosa sta cambiando; mentre molte donne, inconsce del lieto evento, e non abituate ad analizzarsi non percepiscono questi sintomi come gravidici, ma li attribuiscono a una comune influenza o a un malessere passeggero. Dopo di che possono subentrare dei piccoli crampi al basso ventre, mal di schiena e delle perdite.

Le perdite in gravidanza sono, insieme all’amenorrea, una delle principali preoccupazioni di ogni donna, specie perché è sempre un grande dubbio capirne l’eziologia.

In gravidanza possono esserci comuni perdite di muco, sintomo della normale lubrificazione del canale vaginale e del cambiamento nell’assetto estrogenico; poi le perdite possono essere gelatinose marroni, classicamente chiamate perdite da impianto che si verificano dai 6 ai 12 giorni dopo l’avvenuto concepimento, ma che possono passare anche inosservate e innocue se assumono le tonalità di un rosa delicato. Tuttavia questi sintomi sono del tutto passeggeri e tendono a regredire dopo il terzo mese di gestazione per l’equilibrio che il corpo raggiunge una volta instauratasi correttamente la gravidanza in utero.

Perdite vaginali

Le perdite vaginali sono facilmente classificabili in fisiologiche o non fisiologiche perché attribuibili a infezioni cervico-vaginali. Tra le prime chiaramente la leucorrea è quella più manifesta e soprattutto priva di sintomatologia associata; mentre tra le seconde dobbiamo capire bene: da dove originano, il colore, la consistenza e soprattutto l’odore. Le perdite vaginali maleodoranti sono sintomo di infezione e possono essere verdastre, gialle o marroni. In tutti questi casi va eseguito un tampone per capire con certezza se si tratta di una malattia sessualmente trasmessa, come Trichomonas o Gonorrea, oppure più comunemente di Gardnerella, il cui sintomo tipico è il cattivo odore di pesce che trasuda. Nel caso della gravidanza la Gardnerella è responsabile della rottura prematura delle membrane e si verifica per aumento del pH come a seguito di frequenti rapporti sessuali; essa è un ospite abituale della vagina ma può comunque diventare sintomatica e molto fastidiosa.

Banalmente anche la perdita ematica non va trascurata, specie se siamo fuori dalla normale mestruazione, e a quel punto anche qui possiamo avere perdite marroni sintomo di sangue ormai ossidato e vecchio, che indica una perdita che è avvenuta ma ormai si è arrestata; questa evenienza non è per forza sintomo di gravidanza ma può verificarsi per una qualunque lesione a carico del tratto genitale per cui è opportuno contattare uno specialista.

Perdite bianche in gravidanza

Come per le perdite bianche in menopausa, anche in gravidanza la causa scatenante è l’assetto ormonale; il muco bianco cervicale attraversa tutto il tratto della vagina e chiaramente diventa visibile alla donna in quantità più o meno variabili, specie se questo diventa denso-cremoso. Nello specifico questo tipo di secrezioni non sono sempre innocue, perché se associate a prurito intimo e a un’aspetto simile alla ricotta, quindi molto lattiginoso, sono un chiaro sintomo di Candida. La Candidosi, a dispetto di quanto si dice e si pensa non è una malattia sessualmente trasmessa; essa è un fungo, ospite abituale sia della vagina che dell’intestino, infatti se l’alimentazione non è del tutto corretta è da lì che parte il problema per poi arrivare a una colonizzazione estremamente vasta. Se la Candida è presente sotto forma di ife, ovvero filamenti lunghi che si riproducono, si avranno perdite un po’ solide e per l’appunto molto bianche accompagnate prurito e lesioni da grattamento.

infezione vaginite

Muco giallo

Le perdite gialle maleodoranti accompagnate a bruciore sono un problema della gravidanza ma non solo, perché possono verificarsi anche prima o dopo il ciclo, che di norma tende a mascherare, con la sua caratteristica alcalina e alla capacità di tampone, l’infezione in atto che di norma rende l’ambiente vaginale eccessivamente acido. Un colore giallastro determina una leucoxantorrea, poichè il materiale è a tutti gli effetti purulento e ricco di leucociti neutrofili. La Clamidia e il Micoplasma (Ureaplasma urealyticum) sono responsabili di questo genere di secrezioni più o meno gelatinose. Come si prende l’Ureaplasma urealyticum? Il batterio può essere contratto per via aerea, oltre ad un’ eventuale infezione intestinale, che per vicinanza anatomica può intaccare ed espandersi alle vie urinarie, benché l’80% della popolazione sia asintomatica, in gravidanza aumenta il rischio di polmonite e meningite neonatale.

In tal caso è meglio evitare l’auto-medicazione casalinga e rivolgersi al medico che potrà appurare anche con l’applicazione di uno speculum se questo muco giallo è di provenienza cervicale e quindi eseguire un tampone diagnostico al momento, tale che possa consigliare una terapia d’azione più specifica possibile.

Tipi di vagina

La vagina non è uguale per tutte le donne, specie per quanto concerne la lunghezza interna del canale, alla stregua del pene maschile. Partendo dal collo uterino (in corrispondenza dei fornici) fino all’esterno, la lunghezza varia dai 7.5 ai 9 cm. Questa caratteristica non compromette il rapporto sessuale e non è causa di maggiore possibilità di contrarre malattie; semplicemente, essendo la vagina un muscolo, ha capacità estensorie e adattative, quindi può comodamente arrivare a 10 cm nella sua parete posteriore. Esistono anche diversi tipi di vulva se pensiamo alla forma e alle dimensioni delle piccole e grandi labbra che proteggono e chiudono l’introito vaginale. Possono, infatti, essere più o meno pronunciate e sporgenti, ma anche in questo caso ciò non si identifica nel riconoscimento di una maggiore predisposizione nei confronti di situazioni che deviano dalla normalità.

Liquido vaginale

Il liquido vaginale o secrezione è ancora oggi un grosso tabù specie se pensiamo ai rapporti sessuali e al fenomeno dello “squirting” (volgarmente “umori vaginali”). Già Aristotele (I sec. a.C.) e Galeno (II sec. d.C.) erano a conoscenza dell’eiaculazione femminile, ovvero della fuoriuscita dalla vagina di perdite bianche ma soprattutto fluide durante e dopo il rapporto e quindi sia sotto stimolazione che a orgasmo raggiunto. Tuttavia ancora oggi non è ben chiara né la provenienza, né la funzione naturale, e ricerche in merito suggeriscono che l’evento sia riconducibile a contrazioni muscolari (come già detto la vagina è un muscolo) che determinano la fuoriuscita delle normali secrezioni presenti in vagina. In generale, in momenti come questi la donna, accentua la lubrificazione vaginale in preparazione dell’atto sessuale per rendere la penetrazione meno traumatica.

Perdite trasparenti

Di regola, fino a quando le perdite sono periodicamente contenute attraverso salvaslip, biancheria di cotone, e non danno bruciore o prurito possono anche non essere indagate, ma se diventano un limite per le attività quotidiane allora è giusto trovare una soluzione. Infine, che si tratti di perdite dell’ovulazione, premestruali, e in gravidanza, più o meno dense e gelatinose, finchè sono trasparenti e inodori non devono essere motivo di allarme. Se troviamo prurito anche senza perdite (anche se più spesso con la presenza di queste), dolore durante i rapporti e il tipico odore di pesce insieme a una colorazione non convincente, ha senso contattare il ginecologo per programmare ogni approfondimento diagnostico.