metodo dominguez

Come rafforzare le difese immunitarie dei bebè nati con cesareo

Il parto fisiologico è sempre preferibile, laddove le condizioni di salute di mamma e bebè lo consentano, soprattutto per rendere più efficaci le difese immunitarie del bambino da alcune forme di allergie, dall’asma e da patologie come il diabete tipo 1. Ma se il piccolino viene alla luce con un cesareo, possiamo intervenire per rafforzare il suo microbiota? Adesso si con il metodo Dominguez e vediamo come.

Durante la nascita naturale il bebè, attraversando il canale del parto viene colonizzato da microrganismi fondamentali per le sue difese immunitarie. I bambini nati con intervento chirurgico avranno, invece, nel loro intestino, microrganismi privi di batteri importanti per la risposta immunologica di severe patologie. Poiché i nati con cesareo coinvolgono annualmente un numero significativo di bambini, gli studiosi stanno cercando di ovviare questo problema, proprio in termini di prevenzione.

Inizialmete i ricercatori pensavano che con il con-tatto pelle a pelle e con l’allattamento al seno, il microbiota del bebè si arricchisse dei microrganismi non coinvolti durante il parto con il taglio cesareo. Ma le evidenze scientifiche non hanno confermato questa tesi, evidenziando l’assenza dei microrganismi presenti nel canale del parto.

È della dottoressa Gloria Dominguez-Bello una nuova tecnica che consente il trapianto degli organismi del canale del parto ai bambini nati con il cesareo, chiamato, appunto, metodo Dominguez.

Vediamo in cosa consiste. All’incirca un’ora prima del parto, una garza piegata a ventaglio e inumidita con acqua sterile viene inserita nella vagina della gestante, per circa 60 minuti. Una volta nato, sul corpo del piccolino, a iniziare dalla testa, viene passata questa garza, proprio a simulare la colonizzazione batterica della nascita.

studi laboratorio

A conferma della efficacia del metodo, sono stati raccolti da parti diverse del corpo dei piccini, 1519 campioni per 6 volte nel primo mese di vita, analizzandoli, attraverso tecniche di sequienziamento genico. Il risultato ha confermato la presenza sull’epidermide infantile dei batteri trasferiti dalla madre e la loro capacità di proliferazione sulla cute ospite.

È vero che la quantità di batteri nel microbiota dei neonati venuti alla luce con parto naturale resta più alta, ma questo studio apre le porte a nuove e rivoluzionarie tecniche nell’ambito dell’ostreticia, in grado di prevenire, fin dalla nascita patologie invalidanti per il soggetto colpito e dispendiose per il Servizio Sanitario Nazionale.