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Binge eating

Binge eating che cos’è

A chi non è mai capitato di mangiare con grande voracità, più per gola o per tristezza che per appetito? Il cibo può rappresentare un mezzo di soddisfazione o di autolesionismo, a seconda del nostro stato d’animo, di come lo si consuma e in quali quantità. Quello che fa la differenza, oltre alle modalità, è anche la periodicità nella manifestazione di tale disordine alimentare. Sapete cos’è la BED? È l’acronimo inglese di binge eating disorder, un disturbo da alimentazione incontrollata, uno dei problemi alimentari più diffusi al mondo.

Binge

Il termine binge, tradotto dall’inglese in “abbuffata” viene usato per indicare un disturbo alimentare caratterizzato da mangiate smisurate e ripetute, simili a quelle della bulimia, ma che non vengono seguite da pratiche di eliminazione o compensazione. Chi è affetto da questo disturbo da alimentazione incontrollata è quasi sempre obeso o in notevole sovrappeso e soffre psicologicamente per questa condizione, mostrando una componente di autolesionismo maggiore delle persone obese che mangiano in modo non compulsivo. Molte delle persone affette da binge-eating hanno provato ripetutamente a seguire diete finalizzate alla perdita di peso senza risultati, ricavandone una profonda frustrazione. Circa la metà di questi probabilmente soffre anche di depressione, insorta precedentemente o successivamente a questo disturbo alimentare, in quanto l’abbuffata è di solito suscitata da un meccanismo di tipo emotivo, indipendentemente dal senso di fame.

Il binge eating disorder ha un’origine di tipo psicologico. Le condizioni che favoriscono l’insorgenza di questa alimentazione compulsiva possono essere una bassa autostima, una scarsa fiducia in sé, o, invece, un alto livello di perfezionismo.

abbuffata

I soggetti a rischio sono persone impulsive o invece inflessibili, con la tendenza a vedere il mondo per estremi o bianco o nero, con una scarsa consapevolezza dei propri stati d’animo. Di solito sono proprio i bisogni emotivi non compresi a creare la falsa illusione che il cibo possa diventare un mezzo per colmare la sofferenza e riportare il benessere interiore. La momentanea sensazione di appagamento peraltro è giustificata dal fatto che il cibo, specialmente i dolci e gli alimenti calorici, favorisce la produzione di serotonina, che agisce come un antidepressivo naturale.

Questo tipo di disordine alimentare ha alcune caratteristiche in comune con i disturbi alimentari più noti, come l’anoressia e la bulimia, ed è il comportamento alimentare che ha la maggiore probabilità di scaturire in condizioni mediche che possono comportare una disabilità fisica, come il sovrappeso e l’obesità, che, come sappiamo, sono spesso connessi anche a problemi fisiologici come diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari e psicologici come l’isolamento sociale.

Negli ultimi anni, si è riscontrato un abbassamento dell’età di esordio dei diversi disturbi del comportamento alimentare e sono stati registrati moltissimi casi di bambini e preadolescenti con alterazioni del comportamento alimentare e relativi quadri clinici molto simili a quelli che, fino a poco tempo fa, potevano essere osservati solo nell’adolescente e nell’adulto. Il binge eating è uno dei disordini maggiormente riscontrato nei bambini, in particolare in quelli di circa 5 anni. Le cause di questa incidenza sono attribuibili al contesto familiare e la mancata espressione e condivisione dei sentimenti.

A tale riguardo Jaclyn Saltzman, ricercatrice dell’Obesity Prevention Program dell’Illinois ha condotto una ricerca basata su una sistematica revisione della letteratura scientifica sul Binge eating, ed ha esaminato 440 famiglie ed i loro bambini preadolescenti. I risultati hanno portato all’individuazione di due potenziali fattori di rischio nei bambini: il non-coinvolgimento e la mancanza di risposta emotiva genitoriale e le prese in giro sul peso del bambino all’interno della famiglia.

Le emozioni familiari incidono quindi anche su quello che succede a tavola. I disturbi alimentari come il Binge eating non sono sempre facili da individuare, perché possono essere confusi con comportamenti episodici, pertanto, come genitori, dobbiamo prestare la massima attenzione all’alimentazione dei nostri bambini, ma ancora prima dobbiamo sempre garantire una vita familiare serena con esperienze emotive esplicitate e condivise, anche quando magari non sono del tutto positive. Il dialogo con i nostri figli deve essere sempre costruttivo, anche e soprattutto nei momenti più difficili da affrontare, per noi genitori o per i nostri bambini.

Binge eating test. Il BES, Binge Eating Scale è un questionario di autovalutazione la cui compilazione, effettuata mettendo una crocetta sull’affermazione che sembra più adatta a descrivere la propria condizione emotiva, può aiutare nell’esame del proprio livello di esposizione a questo tipo di alimentazione compulsiva. Il test è finalizzato ad individuare i comportamenti, le sensazioni e gli aspetti cognitivi associati alle abbuffate compulsive. È composto da 16 items a risposta multipla, con un punteggio finale che varia da 0 a 46. In particolare punteggi elevati indicano una maggiore gravità di tali comportamenti, punteggi uguali o inferiori a 17 indicano l’assenza di comportamenti binge, punteggi compresi tra 18 e 26 identificano un livello moderato di comportamenti binge, punteggi uguali o superiori a 27 segnalano maggiore gravità del disturbo.

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Binge eating disorder terapia. Per curare questa malattia e riacquistare un corretto comportamento alimentare, i centri specializzati suggeriscono un approccio multidisciplinare, basato sul coinvolgimento coordinato di medici nutrizionisti e internisti, necessari per gestire i disturbi organici e definire un piano alimentare adeguato alla consistente perdita di peso che si dovrà affrontare e psicologi e psichiatri, per correggere i modelli mentali e comportamentali tipici del disturbo.

L’approccio psicoterapico che sembra dare i migliori risultati a lungo termine è la terapia cognitivo comportamentale, che si pone l’obiettivo di ridefinire il rapporto con il cibo e a fornire al paziente gli strumenti per reagire in modo favorevole a stimoli negativi che si possono comunemente incontrare nella vita quotidiana e che rappresentano il principale fattore scatenante le abbuffate. In relazione alla gravità del disturbo, in alcuni casi più gravi, può essere necessario prevedere un ricovero di alcune settimane o un periodo di Day hospital, seguito da sedute psicoterapiche periodiche per alcuni mesi. Questa terapia può essere associata ad un trattamento farmacologico con antidepressivi, per potenziare l’efficacia dell’intervento psicoterapico.

Binge eating disorder forum. Essendo, come già sottolineato, il binge un disturbo collegato a particolari bisogni emotivi, partecipare ad un gruppo di sostegno può essere particolarmente importante ed efficace. Esistono a questo proposito forum presenti in diversi siti che hanno moltissimi iscritti bisognosi di confrontarsi sui sintomi e le manifestazioni di questa problematica.

Bringe drinking

Il binge drinking, tradotto letteralmente in abbuffata alcolica è il termine attualmente in uso per misurare gli eccessi alcolici, cioè il consumo di numerose unità alcoliche bevute in un breve arco di tempo. Secondo i dati presenti nella Relazione al Parlamento su alcol e problemi alcol correlati del 2013 il binge drinking è una problematica psico-sociale emergente che a partire da questa data ha registrato in Italia un costante aumento, soprattutto tra i giovani. Questa pratica è, infatti, molto diffusa fra i giovani, a partire già dall’adolescenza. Nonostante la maggior parte dei ragazzi appaiano consapevoli dei rischi connessi all’alcolismo e agli stati di incoscienza ad esso collegati, l’ebbrezza è spesso considerata come un collante sociale, uno stato ottimale per godere della compagnia degli amici. Pertanto, come genitori, abbiamo il compito fondamentale di vigilare affinché questo atteggiamento che i ragazzi giustificano con la ricerca di divertimento, non diventi una pericolosissima abitudine.

binge drinking

Bringe watching

Il binge watching è una “maratona” di visione ininterrotta di cinque, dieci o quindici puntate di seguito di una serie televisiva. In apparenza non sembra essere un fenomeno preoccupante, ma, se non si ha abbastanza autocontrollo, potrebbe comportare ripercussioni sulla nostra salute mentale! A tutti noi può essere capitato di avere questo tipo di comportamento in qualche occasione particolare, una serata con gli amici o magari una settimana straordinaria della nostra vita, nella quale ci siamo appassionati ad una o più serie tv. L’elemento che può e deve destare preoccupazione in questo comportamento riguarda la sua periodicità. Uno studio condotto dagli scienziati della University of Texas at Austin, mostra, infatti, una correlazione tra depressione e l’essere o il diventare binge watcher. In pratica guardando troppe serie tv potremmo perdere l’autocontrollo ed in correre in comportamenti compulsivi e patologici.

Siamo tutti a rischio di abbuffate, che siano di cibo, di alcol o di serie tv, gli eccessi sono sempre negativi per la nostra salute psichica e talvolta anche fisica!