foto_allattamento_seno

Allattamento al seno: 3 motivi per cui è più difficile del parto

È cominciata il 1 e terminerà il 7 la Settimana Mondiale per l’Allattamento Materno, volta ad evidenziare l’importanza di questo importantissimo gesto, che se a molte donne può risultare semplice e spontaneo, ad altre preoccupa e non poco. Molte neo o future mamme, infatti, immagineranno l’allattamento al seno come un’immagine idilliaca di vicinanza alla propria creatura, non considerando, invece, quanto spesso quello che sembra un semplice gesto può risultare complicato e doloroso. Secondo i dati della Società Italiana di Neonatologia, presentati nella rassegna sopracitata, nei primi giorni di vita il 90% delle donne iniziano ad allattare, alle dimissioni dall’ospedale la percentuale scende al 77%, fino a crollare drasticamente al 31% ai 4 mesi di vita, ed al 10% dopo i 6 mesi.

Perché, dunque, le donne smettono di allattare cosi presto? L’allattamento è un qualcosa che affligge molte donne: tante hanno quasi timore di dire di non voler farlo, altre si sentono in colpa nel rifiutarsi, altre ancora pensano di non avere la forza per affrontare quest’esperienza cosi difficile, ma certamente unica.

Allattare, per alcune, può, essere anche più difficile che partorire: ecco perché.

1. Un attacco non corretto del piccolo alla mammella, oppure infezioni o stress della mamma, possono portare a ingorghi, mastiti, candida, tutte condizioni responsabili di un forte dolore al seno, così forte da scoraggiare anche le donne più predisposte all’allattamento.

2. Si può avvertire un fortissimo dolore al capezzolo, che sembra essere tirato con forza o addirittura “strappato”; è una condizione dovuta allo stiramento dei dotti galattofori, che si verifica per l’effetto ventosa che il bambino fa quando “succhia”.

3. Le ragadi spaventano moltissimo le giovani donne: si tratta di vere e proprie lesioni che possono essere localizzate al centro del capezzolo stesso o ai bordi; queste ferite possono sanguinare e si accompagnano spesso ad un dolore intenso e prolungato. Sono dovute perlopiù all’attacco scorretto del bambino, oppure perché alcune particolari caratteristiche anatomiche della mamma lo rendono difficoltoso.


Leggi anche: No all’interruzione precoce dell’allattamento, i motivi


Oltre a comprensibili paure, inoltre, anche altri fattori incidono sul perché molte mamme preferiscono non allattare al seno: particolari condizioni socioeconomiche e territoriali condizionano l’accettazione e la prosecuzione dell’allattamento al seno.

Secondo le statistiche sono quelle popolazioni femminili con un livello di istruzione e socioeconomico inferiori ad allattare per un numero minore di mesi.

La Società Italiana di Neonatologia ha stilato dunque un decalogo in cui sottolinea le motivazioni secondo le quali è consigliato allattare al seno, per i benefici che questo gesto,così spontaneo quanto temuto, può apportare sia alla mamma che al piccolo. Ve ne consigliamo la lettura.