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Sushi cotto in gravidanza: si può mangiare?

Il sushi ha avuto una grande diffusione proprio negli ultimi anni. In ogni piccolo paese, si può vantare la presenza di ristoranti giapponesi o sushi bar. Al momento del consumo del sushi e, quindi, di questa prelibatezza di origine orientale sono tantissimi i dubbi, soprattutto per la donna in gravidanza che deve porre tantissima attenzione all’alimentazione, specialmente nei primi mesi della gestazione ed in caso di toxo-test negativo.

Ma cosa sappiamo, invece, del sushi cotto? La diffusione del mondo culinario giapponese in Italia ha fatto sì che diversi piatti si adeguassero al nostro palato e, soprattutto, alla nostra tradizione, escludendo il crudo.

In gravidanza, come sappiamo, si tende ad evitare in tutti i modi il cibo preparato senza cottura o senza avere la certezza che sia di ottima qualità sin dal momento della produzione, per poter essere sicure di mangiare qualcosa che non faccia male a sé e al proprio bambino.

Proprio nel pesce, l’eventuale presenza di metalli pesanti può essere deleteria per il benessere di una persona, a maggior ragione se si tratta di una donna in dolce attesa.

In tutti i casi, però, si può ovviare al problema con la cottura, anche adattando alle proprie esigenze i piatti tipici, che invece prevedono tutt’altro trattamento. I piatti possono diventare “crudo free”, così da poter essere consumati senza alcun problema.

Il pesce ben cotto, ovviamente, non offre alcun tipo di disturbo alla futura mamma, la cui alimentazione invece trarrà enormi benefici dal consumo di prodotti ittici. Proprio il pesce contiene gli omega 3, basilari per l’accrescimento fetale e per il fabbisogno materno.

Per il sushi, ad esempio, i pesci più usati sono tonno, salmone, snapper, sarde e sugarello. Ovviamente, è importante stare attente alla provenienza del pesce, assicurandosi sempre che i mari di origine di quel pesce non siano notoriamente conosciuti per eccesso di presenza di metalli pesanti.

L’unica, importante, nota da tenere in considerazione riguarda la quantità di pesce (ovviamente cotto) che non deve essere superata: 340 grammi settimanali.

Per il resto, è importante cercare di variare l’alimentazione quanto più possibile in gravidanza, proprio per avere un apporto energetico che sia ottimale e, soprattutto, non mettendo da parte quelli che sono i propri gusti e le proprie abitudini alimentari.

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