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Depressione prenatale: cos’è e quali sono i sintomi

La gravidanza, in genere, è un periodo felice in cui la coppia si trasforma in famiglia. Pian piano si costruisce uno spazio mentale e fisico per il bebè e si ridefiniscono i ruoli dei partner, per trovare un nuovo equilibrio in virtù dei numerosi cambiamenti. Se per molte donne i 9 mesi scorrono veloci e sereni, per altre, problemi afferenti la gestazione, possono trasformare l’attesa in un periodo piuttosto faticoso. Per più del 10% della popolazione femminile durante la gravidanza, si sono manifestati i sintomi della depressione prenatale.

Di questa percentuale, solo pochissime donne hanno avuto il coraggio di parlarne per il timore di essere giudicate in modo negativo da parenti ed amici. Ultimamente, in seguito ai vari episodi di cronaca, si è parlato molto di depressione post-partum; meno conosciuta è, invece, la depressione prenatale proprio a causa della difficoltà di esternare i propri stati d’animo da parte delle gestanti.

È caratterizzata da uno stato di tristezza generale, associato a crisi di pianto, insonnia, scarso appetito, malessere e spossatezza costante, paura per il parto con tachicardia, stati d’ansia e, soprattutto, scarso interesse per la preparazione di tutto ciò che serve per l’arrivo del bebè. Chiaramente non tutti questi sintomi si manifestano contemporaneamente.
Le temporanee paura di tutte le coppie ed i contrastanti stati d’animo davanti a un evento così importante, non vanno confusi con la depressione.

Ancora non è stata individuata la causa di questo tipo di depressione. Tra le ipotesi più accreditate vi sono: una gravidanza non cercata; la paura di assumere un ruolo vissuto come troppo gravoso; il timore di perdere il lavoro e, con esso, un’indipendenza tanto agognata; una precedente perdita in utero non adeguatamente elaborata. Recenti studi hanno evidenziato un’importante correlazione tra depressione prenatale e nascita pretermine, scarsa crescita fetale, basso peso alla nascita e rischio di aborto spontaneo. In corso di indagine, vi sono ricerche volte ad individuare una connessione tra depressione prenatale e disturbi comportamentali in età scolare. Solo in pochissimi casi è stato rilevato un continuum tra depressione prenatale e quella post parto.

In tutti questi casi è importante l’aiuto di un professionista, magari indicato dal medico curante, per accertare la gravità del problema e il tipo di terapia da seguire. Anche la presenza assertiva del compagno, in grado di ascoltare ed accogliere le difficoltà della donna in un rapporto non giudicante, sarà determinante per il superamento del problema.