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L’olio di palma è davvero cancerogeno?

Fin ora sapevamo che l’olio di palma è ricco di grassi saturi la cui assunzione può portare problemi cardiovascolari e di obesità. Ma, qualche giorno fa, l’Efsa, European Food Safety Authority, cioè l’Agenzia Europea per la sicurezza alimentare, ha lanciato un nuovo allarme: l’olio di palma, produce, durante il processo di raffinazione, contaminanti con effetto genotossico e cancerogeno.

Per correttezza bisogna precisare che il testo dell’Efsa non è stato scritto con l’obiettivo di valutare gli effetti dell’olio di palma sulla salute, ma di analizzare la presenza di contaminanti di processo, cioè le molecole che si formano durante il trattamento e raffinazione di grassi e oli vegetali, che prevede l’utilizzo di alte temperature.

L’Efsa ha esaminato, oltre all’olio di palma, il trattamento di grassi come olio di cocco, di mais, di arachidi e di girasole.

I risultati dell’indagine hanno evidenziato che, durante il processo di raffinazione di questi oli, vengono prodotti alcuni derivati del glicerolo, chiamati 2-monocloropropandiolo (2-MCPD), 3-monocloropropandiolo (3-MCPD) e glicedil esteri degli acidi grassi (GE), che non danno alcun valore aggiunto, ma sono “contaminanti”.
I più elevati livelli di GE, come pure di 3-MCPD e 2-MCPD (compresi gli esteri) sono stati riscontrati in oli di palma e grassi di palma.

I GE costituiscono un potenziale problema di salute per tutte le fasce d’età, ma i soggetti più sensibili sembrano essere i bambini e in particolare i neonati, in quanto il latte in polvere contiene acido palmitico. Quest’ultimo non è di per se pericoloso, tra l’altro viene sintetizzato anche dall’organismo e si trova pure nel latte materno, ma può divenire nocivo, se assunto in quantità particolarmente elevate.

Pertanto i bambini, sia quelli piccoli che vengono nutriti con il latte in polvere, sia quelli più grandi che mangiano dolci industriali che fanno un largo utilizzo di olio vegetale, sono i soggetti che possono subire maggiori rischi per la loro salute.

L’indagine dell’Efsa ha però anche affermato che i livelli di GE negli oli e grassi di palma si sono dimezzati tra il 2010 e il 2015, grazie a misure adottate volontariamente dai produttori. Ciò ha determinato una diminuzione importante dell’esposizione dei consumatori a dette sostanze.

Nonostante alcuni marchi, come la Plasmon, abbiano deciso di eliminare l’olio di palma dai loro prodotti per bambini, questo olio, del quale abbiamo già parlato in un articolo esaustivo, è uno dei grassi vegetali più usati dall’industria alimentare, pertanto dobbiamo porre la massima attenzione nel leggere le etichette dei prodotti che acquistiamo.

Nonostante l’impegno di ridurre i livelli di GE nel processo di raffinazione e le promesse di adottare modalità di estrazione sostenibile, da genitori responsabili dobbiamo prestare attenzione a ridurre il consumo di olio di palma perché ricco di acidi grassi saturi pericolosi per cuore e arterie, sia per noi adulti, ma soprattutto per i nostri figli!