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Come affrontare la disprassia nel bambino

La disprassia o detta anche “sindrome del bambino goffo”, è un disturbo congenito o acquisito precocemente, che investe la coordinazione motoria del bambino per cui le sue prestazioni in compiti che richiedono appunto la coordinazione sono significativamente al di sotto del livello atteso, per l’età del bambino. Come affrontarla?

Il bambino disprassico, nonostante possa avere muscoli ed intelligenza nella norma, ha incapacità nel compiere movimenti intenzionali in sequenza per portare a termine un’azione come ad esempio vestirsi, allacciarsi le scarpe, utilizzare le posate o anche compiere gesti espressivi che servono per comunicare le emozioni o determinati stati d’animo. Tale disturbo, dunque presenta come deficitaria, la pianificazione dell’atto motorio.

Il bambino che soffre di disprassia, è spesso erroneamente considerato come poco intelligente oppure svogliato e pigro. Il rischio è quello di innescare disturbi comportamentali e psicopatologici che si ripercuoteranno in maniera negativa anche sui futuri apprendimenti scolastici e della vita quotidiana.

Il bambino disprassico, incontrerà tante difficoltà a relzionarsi con altri bambini e dunque a stringere rapporti di amicizia. Dunque come è possibile affrontare la disprassia nel bambino? Il miglior modo per farlo è sicuramente una diagnosi precoce e tempestiva, che nonostante non possa eliminare la patologia, è senz’altro in grado di migliorarla.

Per potere riconoscere la sindrome del bambino goffo, è essenziale osservare piccoli indizi nel comportamento del piccolo: eventuali difficoltà verbali, come una incapacità di mettere in ordine le parole, di elaborare frasi ed esprimere un concetto in maniera chiara, oppure difficoltà oculari legate ad incapacità di controllare i movimenti degli occhi e lo sguardo, oppure ancora difficoltà motorie come accennato sopra relative al camminare, al vestirsi ecc sono tutti indizi da non trascurare. È importante recarsi da uno psicomotricista per la rieducazione, poiché la disprassia dura per tutta la vita, ma prima si comincia la cura e meglio evolverà.