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Epidurale: gli effetti collaterali per il bambino

La tecnica di anestesia epidurale nacque negli anni ’80, ed insieme ad essa vennero svolti anche tre studi scientifici sui possibili effetti di questi farmaci sui neonati. Questi studi si proposero di osservare il comportamento dei bambini nati con epidurale e quello dei bambini nati senza alcuna forma di anestesia. Il parametro di valutazione era il Neonatal Behavioral Assessment scale (NBS) meglio conosciuta come punteggio di Brazelton.

Questo punteggio si assegna in base all’osservazione dei 6 stati comportamentali del neonato: sonno profondo, sonno attivo o fase REM, dormiveglia, veglia tranquilla, veglia attiva e pianto, che determinano in base al loro alternarsi, il grado di capacità adattativa del neonato all’ambiente esterno.

Gli studi scientifici condotti in quel decennio hanno confrontato le capacità adattative dei bambini nati con epidurale con quelle dei neonati che non avevano subito alcuna anestesia. Il primo studio, quello di Ann Murray, dimostrò che i bambini nati da epidurale mostravano punteggio di Brazelton più basso per i primi 5 mesi di vita. Vale a dire che per i primi 5 mesi 40 bambini mostravano scarso adattamento alla vita extra uterina.

Lo stesso venne dimostrato dallo studio successivo di Carol Sepkoski, che confrontava 20 bambini nati da epidurale con 20 nati senza anestesia. Tutti i bambini nati con epidurale erano meno svegli e meno capaci di orientarsi nel primo mese di vita.

Nello studio di Deborah Rosenblatt, condotto per sei settimane, si confermò ancora una volta un basso punteggio di Brazelton alla nascita con un miglioramento dell’orientamento al terzo giorno di vita, ma fasi di pianto più frequenti nelle sei settimane successive, rispetto ai bambini nati senza anestesia.

Ad oggi gli studi che sono stati riproposti per studiare i comportamenti del neonato dopo l’epidurale sono scarsamente attendibili. Dall’osservazione clinica però sappiamo che l’epidurale ha anche delle conseguenze sull’organismo materno che si ripercuotono indirettamente sul feto al momento del travaglio e parto:

Gli abbassamenti della pressione arteriosa materna dovuti all’effetto dell’anestetico sono piuttosto frequenti e possono indurre un alterazione del battito cardiaco fetale, che per questo motivo in caso di infusione di anestetici verrà continuamente monitorato con cardiotocografia. Il rischio di una crisi ipovolemica materna infatti, seppur basso è da tenere sotto controllo in quanto provocherebbe un’ ipossia fetale.

L’anestetico in circolo blocca i picchi di ossicitocina, ormone esseziale per la buona riuscuta del parto e dell’allattamento. Senza ossitocina le contrazioni dell’utero diventano meno valide. Questo oltre ad allungare i tempi del travaglio (esponendo il feto a tutti i rischi che ne derivano) provoca spesso un mal posizionamento della testa fetale, costringendo nella maggior parte dei casi ad un parto operativo con forcipe o ventosa.

La mancanza di validi picchi di ossitocina ha un effetto negativo anche sul legame di attaccamento madre-bambino. Difatti la cascata ormonale di endorfine alla nascita scaturisce naturalmente anche come risposta al dolore, dato che questi ormoni fungono da oppioide naturale. Elevati picchi di ossitocina ed endorfine al momento in cui la mamma vede il suo piccolo donano una immensa gioia e permettono al cervello materno di associare il sollievo dal dolore alla vista del suo bambino, un associazione che potrebbe perdurare a livello subconscio per tutta la sua vita. In assenza di dolore questo magnifico meccanismo naturale non scatta. Questo non vuol dire che con l’epidurale non ci si innamori del proprio bambino, ma sicuramente a causa dell’inibizione ormonale l’esperienza emotiva è meno intensa ed esplosiva.

Le difficoltà all’allattamento riscontrate a seguito di epidurale sono ancora dibattute. Da un lato l’inibizione dell’ossitocina causa anche un ritardo nella produzione di colostro da parte della mamma, e si è riscontrato una diminuita capacità suttoria del neonato nato da epidurale. Tuttavia l’allattamento al seno è sopratutto questione di applicazione e volontà, quindi l’epidurale c’entra forse in minima parte.

L’epidurale ad una prima analisi può essere una tecnica piuttosto rassicurante per quanto riguarda il controllo del dolore. Tuttavia come afferma l’OMS è il segno più evidente di come la nostra società tenda a trasformare un evento fisiologico in un atto medico, trattando il dolore del parto al pari del dolore dell’estrazione di un dente, privando pertanto questo dolore della sua funzione fisiologica e del suo significato simbolico.