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Bambino podalico? Usate la moxa in gravidanza

La presentazione podalica del bambino alla nascita è attualmente un importante problema ostetrico che la colloca quale terza causa di taglio cesareo, dopo la distocia materna (ovvero anomalie del canale del parto) ed una o più precedenti esperienze di taglio cesareo.

Per favorire la rotazione del bambino e permetterne la nascita fisiologica, il National Collaborating Centre for Women’s and Children’s Health di Londra raccomanda di offrire alle gestanti, con bambino podalico a 36 settimane di gestazione, quando le condizioni di salute lo consentono, interventi quali: la manovra ostetrica, l’agopuntura e la moxibustione, detta moxa.

Quest’ultima è molto praticata, con una casistica di successo dal 70 al 90%. La moxa, usata sottoforma di sigaro o cono è costituita principalmente da un’erba, l’Artemisia vulgaris , che sollecita i movimenti fetali. Il sigaro caldo viene avvicinato all’angolo esterno dell’unghia del quinto dito di entrambi i piedi, per 15 minuti una volta al giorno per circa 10 giorni.

Il sigaro o cono non deve toccare il piede, ma rimanere ad una distanza di circa un centimetro. L’applicazione della moxa sul piede richiede un movimento della mano detto “a beccata di passero”: appena la gestante avverte il calore si deve allontanare un pò il sigaro per poi riavvicinarlo.

Inizialmente la tecnica viene praticata per 5 giorni, quindi si aspetta circa 48-56 ore, controllando tramite ecografia la posizione fetale ed eventualmente si ripete il trattamento per altri 5 giorni. Se il bambino ancora non si gira si può tentare un ultimo tentativo con la moxa per altri 5 giorni.

La posizione della gestante per una migliore riuscita della terapia è supina con un cuscino sotto la testa, se questa posizione è insopportabile per la donna può mettersi di fianco. Dopo un primo trattamento eseguito da un professionista, per insegnare la corretta procedura, la moxa può essere praticata in casa dal papà.

Vi sono situazioni in cui questa procedura non può essere praticata: se sussistono impedimenti fisici alla rotazione del bambino, come la placenta previa, la lunghezza del cordone ombelicale inferiore ai 50 centimetri o giri del cordone intorno al collo o ad un arto del piccolino, diabete, gestosi, gravidanza gemellare, febbre superiore a 38° e grave ipertensione arteriosa.