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Paralisi cerebrale infantile: sintomi, diagnosi e cure

La paralisi cerebrale infantile è un disturbo motorio della postura e del movimento provocata da un insulto ipossico, cioè da una carenza di ossigeno al cervello. Questa circostanza può avvenire già in utero in casi estremi come il distacco intempestivo di placenta, infarto placentare o gravi infezioni materno-fetali.

Nel parto, quando questo diventa distocico si presenta una sofferenza fetale acuta. Nei primi giorni di vita nei neonati con difficoltà respiratorie o anemia. In qualunque altro momento dell’infanzia una carenza di ossigeno al cervello prima che il sistema nervoso centrale sia completo può determinare una paralisi cerebrale. Le principali cause nell’infanzia sono le convulsioni epilettiche prolungate, arresto cardiocircolatorio, le meningoencefaliti. La carenza prolungata di sangue e di ossiggeno determina la morte delle cellule cerebrali quindi una perdita di tessuto cerebrale che viene sostituito da tessuto cicatriziale.

Per tale motivo il disturbo si definisce persistente perchè non può essere soggetto ad una spontanea guarigione. Le cellule cerebrali infatti non sono in grado di autoriprodursi come fanno invece le cellule di altri tessuti come l’adipe, il tessuto epatico e le cellule del sangue. Per fortuna però non è una malattia degenerativa quindi i sintomi se non altro, non tendono a peggiorare nel tempo. L’incidenza di questa patologia è di 2-3 bambini ogni 1000, e aumenta di molto tra i bambini prematuri nati prima delle 32 settimane di gestazione.

In base alle aree dove si presentano i sintomi del disturbo si classifica la paralisi cerebrale in:

Tetraplagia: disturbo motorio che coinvolge il tronco e i quattro arti

Emiplegia: disturbo motorio che coinvolge solo un lato del corpo

Diplegia: disturbo del controllo motorio di due arti, solitamente quelli inferiori

Il disturbo può essere di tipo spastico o ipotonico accompagnato talvolta da disturbi visivi e cognitivi.

La diagnosi nei primi mesi di vita non è sempre facile. Si avvale di ecografia cerebrale, risonanza magnetica ed elettroencefalogramma. Apparte la logopedia, la psicomotricità e la fisioterapia, la sola opportunità terapeutica valida, ancora in fase di studi ma che sta dando ottimi risultati, è l’infusione di cellule staminali per la riparazione del tessuto cerebrale danneggiato.