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Neonati prematuri: quando iniziare lo svezzamento

I neonati prematuri sono quanto di più prezioso possa esistere, proprio perché, per un motivo o per un altro, si sono separati dall’ambiente materno ancor prima di poter essere pronti a questo “allontanamento forzato”, dettato da tantissime cause e condizioni patologiche che portano al parto prematuro.

Ma dopo che il “pericolo” è stato superato ed il bambino è stato dimesso dalla terapia intensiva neonatale, quando e come deve essere intrapreso lo svezzamento?

Iniziamo col definire lo svezzamento con il processo di lenta sostituzione dell’allattamento esclusivo con l’introduzione nell’alimentazione di cibi liquidi e solidi. Si tratta di un passaggio importantissimo per il bambino e per l’insegnamento di buone abitudini alimentari sin da questi piccoli ma fondamentali cambiamenti.

Per il prematuro, generalmente si consiglia un periodo per lo svezzamento che vada dal quarto al sesto mese di vita del bambino, tenendo sempre in considerazione che si tratta di un bambino che, appunto, risulta essere più piccolo ed “immaturo” rispetto i suoi “coetanei”.

In poche parole, non bisogna dimenticarsi dell’età biologica del bambino, pensando solo a quella anagrafica.

Sicuramente tale periodo di svezzamento deve essere assolutamente adattato al piccolo e fondamentalmente le modalità di svezzamento non differiscono da quelle dei bambini nati a termine.

Ovviamente lo svezzamento deve essere desiderato dal bambino e non deve essere assolutamente essere un passaggio forzato, proprio perché si tratta di una fase estremamente delicata.

Cosa implica ciò? Probabilmente non tutti i “bocconi” che daremo al piccolo finiranno nella sua pancia. È molto più probabile che i cucchiaini cadranno per terra o non saranno ben graditi dal bambino. Così come sarà possibile che il piccolo apprezzerà molto il sapore dei nuovi alimenti con i quali si confronterà. Assolutamente tutto nella norma!

Il consiglio che ci sentiamo di dare? Basterà avere pazienza (tanta pazienza e calma) cercando di capire le esigenze del bambino, assecondandole ma non troppo per evitare a lungo andare che ci sia l’assunzione di atteggiamenti scorretti da parte del bambino.