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Fare l’amore prima del parto aiuta il travaglio?

Non tutte le future mamme lo sanno: fare l’amore in gravidanza non è assolutamente vietato, anzi le linee guida della gravidanza fisiologica affermano che non ci sia alcuna raccomandazione contraria all’attività sessuale, dal momento che gli studi effettuati nel corso degli anni non abbiano dato esiti negativi della gestazione o del parto.

Le uniche eccezioni riguardano specificatamente delle prescrizioni mediche che consigliano l’assoluto riposo (anche qui ci sarebbe qualcosa da dire) e l’astensione dalle pratiche sessuali, magari per rischio di minaccia d’aborto.

Cosa diciamo invece dell’amore a poco dal parto, magari nel corso del travaglio? Certo, conoscendo le realtà italiane in cui nella fase del travaglio si preferisce essere in una clinica o in ospedale, immaginare di avere una reale intimità con il proprio partner potrebbe risultare difficile.

Invece, se le membrane sono integre, il rapporto sessuale sarebbe utilissimo per l’esito del parto. Perché?

Innanzitutto, è risaputo che il liquido seminale contenga le prostaglandine, nonché le sostanze la cui quantità sembra incrementare nel corso della fase dilatante per aiutare e facilitare la maturazione cervicale (raccorciamento del collo dell’utero, insieme alla sua dilatazione e volgimento in senso anteriore). Le stesse prostaglandine sono contenute nelle candelette o garze farmacologiche inserite dai medici per effettuare l’induzione del parto.

Quindi, cosa di più naturale se non le prostaglandine “generosamente” offerte dal proprio compagno?

Allo stesso tempo, la scarica ormonale offerta dal rapporto sessuale garantirà un certo benessere alla donna, lo stesso benessere che potrebbe aiutare a rilassarla, avvicinandosi sempre in maniera più dolce e consapevole al suo parto, in stretta collaborazione con il proprio partner.