A che mese battezzare il bambino

Il Battesimo del proprio bambino è sempre un momento accompagnato da una grande emozione. Ci sono i preparativi per i festeggiamenti, si deciderà cosa fare indossare al bimbo o alla bimba che riceveranno il dono del sacramento; ma prima di giungere a questa fase, si dovrà innanzitutto fissare il periodo ideale in cui dar luogo al sacro rito, pertanto ci chiediamo quali siano i mesi migliori per battezzare.

Generalmente, si tende a battezzare i bambini quando sono ancora molto piccoli, quindi a pochi mesi dalla nascita. Il Battesimo, soprattutto quando è particolarmente sentito dalla coppia genitoriale, tende ad essere fissato perlopiù intorno al primo e quinto mese di vita. Ovviamente, non esiste una regola ed ognuno può stabilire liberamente quale sia il momento giusto. Quindi lo si può fare ad ogni età.

Nei mesi immediatamente successivi alla nascita tra il primo e il quarto mese, il neonato è ancora un insieme di istinti e riflessi, i suoi sensi funzionano ma non ha né conoscenza né esperienza. Dal quarto quinto mese a salire, il bambino comincia invece ad essere un bambino assestato, con gusti e preferenze propri. È di sicuro un bambino più ricettivo agli stimoli. Per queste ragioni si ritiene che i mesi migliori per battezzare il proprio pargoletto siano proprio questi.

Dal quinto mese in su, sarà più idoneo organizzare il battesimo, sia perché la mamma potrà avere tutto il tempo di cui necessita per riprendersi dal parto, ed organizzare l’evento senza stress ed in tutta calma, sia perché il bambino seppur ancora in fasce, è in grado di avere esperienza delle persone che lo amano, che lo accudiscono e si prendono cura di lui pertanto sarà anche un bambino più “facile da gestire” nel giorno del festeggiamento.

Inoltre, a cinque-sei mesi, i fotografi che nel giorno del battesimo hanno l’arduo compito di immortalare il bambino, sembrano avere un maggior successo di riuscita nelle foto. Essendo come abbiamo detto sopra dei bambini più “propensi alle relazioni”, ciò consente di cogliere le loro espressioni più vere rispetto a quelle costituite invece da semplici riflessi tipiche dei bambini a pochissimi mesi dalla nascita.