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Perché è giusto festeggiare Halloween in Italia

È vero, Halloween è una festa che non ci appartiene, ma che ogni anno anche in Italia viene ricordata dai grandi e sopratutto dai piccini, pronti a travestirsi e truccarsi da zombie e streghe. Si tratta di una ricorrenza pagana, in quanto le origini sono celtiche e derivano da una festività fatta per la fine del raccolto di Samahin. Perciò, per alcuni istituti religiosi nostrani, non va celebrata e, anzi, c’è chi fra i cristiani considera che questa osanni addirittura il diavolo.

In realtà, la parola Halloween deriva da “All Hallows Eve” ossia “Vigilia di Tutti i Santi” ovvero “Vigilia della festa di Tutti i Santi”. Ora, per alcuni cattolici non viene compresa la necessità di commemorare i cari defunti impaurendo le persone che non vogliono offrire dolcetti. Ovviamente per un bambino il divertimento nello spaventare lecitamente gli altri mascherandosi va al di là del vero significato.

Personalmente da madre comprendo il fatto che mio figlio trovi la “scusante” per divertirsi con i suoi amichetti gironzolando per le strade mentre fa scherzetti innocenti, e non trovo niente di male in questa festa ormai globalizzata, che come ogni ricorrenza ha le sue leccornie, basti pensare alla mela avvelenata al cioccolato. Si usano poi delle zucche come lanterne, e ci si muove per le strade al grido di “dolcetto o scherzetto“; in fondo anche il Natale è ricordato ogni anno pure nei paesi non cattolici con le sue tradizionali decorazioni.

Halloween inoltre offre dei vantaggi nei confronti dell’economia, se si pensa che i negozi già qualche settimana prima del 31 ottobre iniziano a vendere le maschere, oppure gli stessi locali organizzano feste apposite affittando le sale per la nota sera. Aiuta, poi, ad esorcizzare la paura della morte e diverte come un gioco i più piccoli.

Alcuni sostengono che far travestire da streghe, fantasmi, zucche malvagie o zombie i propri figli, faccia mirare direttamente al demoniaco, rendendo i fanciulli più vulnerabili al male. Io non trovo invece l’esigenza e l’importanza di spiegare il potenziale occulto del 31 ottobre per un bambino dell’asilo o delle scuole elementari, anche perché non ne comprenderebbe appieno il significato, creandogli solo in quel caso un vero e concreto spavento. È una notte particolare, dove sono concessi abiti terrificanti per spaventare simpaticamente gli amici, i vicini di casa e gli adulti, una ricorrenza che deve esser vista come un gioco dai bambini .

A Carnevale, invece, in Italia, la diatriba non c’è: i fanciulli possono travestirsi da chi desiderano liberamente in quanto si tratta di un’evento importante anche per la Chiesa, ma per i figlioli ogni occasione è buona per divertirsi e certamente non vogliono farsene sfuggire una. Perché quindi negare la possibilità di indossare delle maschere, anche se macabre, in un giorno stabilito oramai da quasi tutto il mondo?