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Se dico di no a mio figlio mi sento in colpa, che fare?

Sicuramente è vero, come sostiene Asha Phillips nel suo best seller ‘I no che aiutano a crescere’, che è importante non assecondare sempre le richieste dei nostri bimbi, ma quanto può essere difficile passare dalla teoria alla pratica! Soprattutto ci mettono k.o. le loro faccine deluse (quasi sempre attori provetti fin dalla più tenera età) e le lacrime che scendono copiose sulle guance. Come facciamo a trovare la giusta via di mezzo?

La base da cui partire è avere la consapevolezza che i nostri figli hanno bisogno di tanto amore ma anche di educazione. Essere genitori, infatti, significa anche educare e questo è un compito che non possiamo delegare a nessuno altro, per quanto complicato sia.

Proprio nel complesso ambito dell’educazione rientra il saper dire di no, aspetto fondamentale del rapporto che si crea tra genitori e figli ( a proposito, come essere amici dei figli ma al tempo stesso severi?). Questo anche se per molti adulti dare dei limiti al bambino diventa una vera fatica. Addirittura diventa un’emozione capace di dilaniarci (ovviamente nel senso più metaforico del termine), ci sentiamo dispiaciuti quasi che gli avessimo fatto un torto quando, invece, stiamo gettando le fondamenta essenziali della loro crescita.

Ma perché la viviamo in questo modo? E’ il timore di vederli tristi o di sentirci noi demoralizzati vedendoli in quello stato? Oppure temiamo di perdere il loro affetto?

Noi vorremmo vedere i nostri figli sempre con il sorriso stampato sul viso, dunque ci dispiace vederli imbronciati ma questo non deve farci vacillare di fronte al nostro compito di educatori. Anche perché i bimbi sanno essere molto furbi, a volte anche più degli adulti, e se capiscono qual è il nostro tallone di Achille ci tengono in pugno. Intuiscono che di fronte alle loro lacrime copiose alla fine cediamo?E allora ecco che quando proibiamo loro di fare qualcosa o di ottenere ciò che vogliono la tragedia è dietro l’angolo.

Ma facciamoci caso: se li lasciamo piangere per un pochino e poi li abbracciamo forte e li coccoliamo il pianto improvvisamente si attenua fino a finire del tutto. Quindi se il nostro no è uno di quelli che insegnano a crescere, non temiamo i loro visini disperati: parliamo con loro, spieghiamo i motivi del nostro rifiuti e facciamo sentirli tutto il nostro calore.

Dire di no non è un errore né tanto meno una cattiva azione nei confronti dei nostri figli che, stiamone pur certi, una volta cresciuti e diventati adulti si comporteranno con i loro figli come noi abbiamo fatto con loro. E ci ringrazieranno.