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L’importanza della voce paterna in gravidanza

Sono noti da tempo i benefici sul feto della voce materna: tutte le mamme parlano ai loro bimbi attraverso i propri pancioni, con una complicità via via crescente, preludio di una comunicazione privilegiata che avranno nel corso della vita. Forse meno noti sono i benefici della voce paterna sul feto.

Da quando sente il feto? L’udito è il secondo senso che si sviluppa, dopo il tatto. Si forma a partire dalle 8-10 settimane di gestazione e si completa intorno al sesto mese.

Le sonorità che coglie il feto sono dapprima quelle legate all’ambiente in cui vive: battito del cuore materno, respiro, rumori intestinali. Si può affermare che i suoni materni riempiono l’universo vitale del feto. Ma il suono principale è sicuramente la voce materna, di cui non distingue le parole, ma da cui si fa cullare dalla componente prosodica.

Ma un’altra voce è fondamentale per un feto: quella paterna. Essa rappresenta la prima porta verso la realtà esterna: se la voce materna si colloca a metà tra un suono percepito dall’esterno e un suono che arriva dall’interno, la voce paterna è il primo suono famigliare, ripetitivo e sicuro che proviene dal mondo esterno.

Inoltre, la voce paterna è molto interessante in quanto, rispetto a quella della madre, che arriva al feto sempre dallo stesso punto, arriva sempre da direzioni diverse.

Il feto predilige frequenze sonore basse, trasmesse molto facilmente attraverso il liquido amniotico, ed è quindi immediatamente attratto dal suono della voce paterna, riconosciuta come sonorità più grave rispetto a quella materna.

Le frequenze alte vibrano nella parte superiore del corpo, mentre quelle basse vibrano nella parte bassa: studi dimostrano che la voce materna con le sue frequenze alte stimola la coordinazione senso motoria, mentre quella paterna, con i suoi toni più gravi, stimola la parte inferiore, promuovendo la forza muscolare e il cammino precoce.

Per un feto la percezione più chiara di un suono si ha quando la fonte del suono è a 20-30 cm di distanza. Il padre che parla al feto dal pancione della mamma si colloca a una distanza ideale. L’uomo può parlare al bimbo, cantare, e se al suono aggiunge il tocco della mano darà inizio ad un gioco che è anche stimolazione motoria.

In gravidanza tanto il feto, quanto la madre, hanno bisogno delle rassicurazioni che istintivamente offre il calore della voce paterna. Attraverso le voci si crea una primordiale comunicazione fra padre, madre e feto, che crescerà durante i nove mesi e sarà la base del legame d’amore che si verrà a creare.

Elena Peccia