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Come riuscire a fidarsi delle educatrici dell’asilo nido

Quest’anno Francesco andrà alla ‘scuola dei grandi’, come io e lui abbiamo iniziato a chiamare la scuola materna, un modo giocoso per cercare di fargli piacere da subito l’idea che rispetto all’anno scorso cambierà classe, compagni, maestre. Per ora il giochino sta riuscendo, è entusiasta di scoprire i bambini più grandi, i giochi più grandi, il giardino più grande. Ma, finzione a parte, sono certa che anche stavolta ci sarà da fare un altro inserimento, forse meno lungo ma non meno intenso di quello fatto per il nido (come prepararsi al grande evento?). Lui dovrà inserirsi, mentre io dovrò affidarmi e fidarmi delle nuove maestre. Insomma, sta per iniziare una nuova avventura come sempre avviene quando i nostri piccolini escono di casa e iniziano le prime, importanti esperienze sociali.

Partiamo da un assunto sacrosanto: evitiamo di fare le mamme (finte) moderne, progressiste, al passo con i tempi, perché l’inizio dell’esperienze scolastica di nostro figlio rappresenterà sempre uno scoglio, assolutamente superabile, sia chiaro, ma pur sempre un momento in cui saranno messe a dura prova le nostre emozioni, sensibilità, pazienza e intelligenza.

Per la prima volta il nostro passerotto lascia il nido ed è ovvio che ci aspettiamo che vada in un luogo altrettanto bello, pulito, curato, e che sia altrettanto coccolato, baciato, consolato, abbracciato, ecc ecc.

Ebbene, non sempre è così. O meglio: lo è ma in maniera diversa da quelle che sono le nostre percezioni di mamma.

Lasciamo stare la parte della pulizia e del decoro (immagino che al momento di scegliere la scuola di queste cose ci siamo già accertate in precedenza), e concentriamoci sulla questione di come il bimbo viene trattato, dunque sulle maestre a cui lo lasceremo per diverse ore ogni giorno per i prossimi mesi.

Fiducia, questa è la parolina magica. Ma attenzione: non pretendiamo di fidarci subito, fin dal primo istante, è fisiologicamente impossibile. A meno che le mastre siano le nonne oppure le zie del nostro bimbo, non possiamo immediatamente fidarci di persone che fino a 5 minuti fa sono state delle perfette sconosciute. Ecco, allora, che il periodo dell’inserimento è prezioso sia per far ambientare il bimbo, sia per noi genitori che possiamo ‘studiare’ la situazione. Ma guai a farlo in maniera competitiva o critica, quasi alla spasmodica ricerca di una nota stonata che ci faccia da alibi quando decidessimo di portare via nostro figlio e iscriverlo di nuovo l’anno prossimo.

Dobbiamo, invece, gettare le basi di un rapporto di fiducia con le maestre che ci servirà per tutto l’anno per fare in modo che noi ma soprattutto nostro figlio viva in maniera pacifica e serena la meravigliosa esperienza che è la scuola.

Parliamo con le maestre di ogni nostro piccolo dubbio, di qualcosa che non capiamo nell’atteggiamento del bambino che, non ci sono dubbi, cambierà durante l’anno. Costruiamo un dialogo e manteniamolo aperto. E se vediamo che lui si affeziona all’educatrice, non proviamo gelosia ma gioiamo di questo perché vuol dire che sta facendo il percorso più sereno che sia possibile.

Infine, avete mai sentito parlare di istinto materno, quella vocina che da un momento all’altro ci suggerisce cosa fare? Ebbene: ascoltiamola e seguiamola perché raramente sbaglia.