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Si può assumere la prolattina durante l’allattamento?

Se in allattamento il latte scarseggia per carenza di prolattina la cosa più facile da pensare sarebbe di somministrare dall’esterno la prolattina. Ma non è la strada giusta da percorrere. Quando di fatti un ormone viene assunto dall’esterno, la sua produzione endogena cessa o si rallenta. Per meglio intenderci, quando assumiamo la pillola estroprogestinica, ad esempio, non facciamo altro che assumere gli ormoni deputati all’ovulazione, ma sta di fatto che così facendo otteniamo l’effetto contrario, cioè inibire l’ovulazione.

Il rilascio degli ormoni da parte delle ghiandole deputate, in questo caso il rilascio di prolattina da parte dell’ipofisi, viene stimolato a partire dell’ipotalamo, ghiandola situata nel cervello che “cattura i segnali dall’esterno”.

Il segnale esterno che dice all’ipotalamo di stimolare l’ipofisi è la suzione del neonato. Solo con la suzione il cervello capisce che in quel momento il corpo materno deve nutrire un altro essere vivente e si mette in moto la cascata ormonale che porta alla produzione di latte da parte della ghiandola mammaria.

Quando la cascata ormonale cessa e la prolattina diminuisce, all’ipotalamo arriva l’ordine di stimolare di nuovo l’ipofisi per la sua produzione. Questo circuito ormonale è chiamato feed-back positivo.

Se la prolattina venisse assunta dall’esterno, raggiungendo così livelli costanti nel sangue senza mai diminuire, all’ipotalamo arriverebbe un segnale di stop e l’ipofisi smetterebbe di produrla. Con la prolattina assunta dall’esterno non si può produrre latte, perché le dosi consentite non sono sufficientemente alte per la stimolazione della ghiandola mammaria.

In ogni caso solo una piccolissima percentuale di donne può avere difficoltà a rilasciare naturalmente la prolattina. Le difficoltà irreversibili sono legate a danni seri all’ipotalamo, all’ipofisi o alla tiroide. In tutti gli altri casi spesso è sufficiente aumentare la suzione, con l’aiuto della tiralatte quando è necessario, migliorare l’alimentazione, l’idratazione e il riposo. Tutt’al più sotto indicazione medica si possono assumere integratori specifici per l’allattamento oppure il domperidone, un farmaco utilizzato per la motilità intestinale che indirettamente è in grado di stimolare la prolattina.