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Rilattazione: come riattivare la produzione del latte

Riprendere un allattamento interrotto non è impossibile, ma necessita di volontà e pazienza. Un’interruzione dell’allattamento può avvenire per tanti motivi. Il più delle volte si stratta di una scelta materna dovuta a fattori psicologicamente stressogeni, legati alla non riuscita di questo gesto o alle eccessive pressioni esterne, oppure a qualche recondita paura di perdere l’autonomia del proprio corpo con questa pratica.
Questo accade soprattutto perché molte donne non vengono ben indirizzate dai professionisti sanitari ad un corretto attaccamento e tentano da sole, spesso sbagliando, con conseguenze fastidiose e demotivanti come la formazione di ragadi al capezzolo o di ingorghi mammari o di carenza di latte.

Ecco che allo stress, alla paura e alle pressione esterne si può aggiungere il dolore fisico, che rende la motivazione all’allattamento sempre più debole e induce alla rinuncia definitiva.

In questi casi specifici se si assume il dostinex, farmaco inibitore della prolattina, non è più possibile in seguito riprendere l’allattamento.

Se invece l’interruzione dell’allattamento è avvenuta per una momentanea separazione madre-bambino, per uno stato psico-fisico materno momentaneo, per una presunta “scarsa quantità/qualità del latte” e ci sono in sottofondo dei pentimenti materni e dei dubbi sulla cattiva gestione della cosa, se la mamma è motivata a ritentare si può porre rimedio. In queste situazioni, si prova la rilattazione, cioè si tenta di indurre nuovamente la produzione del latte attraverso un’intensa stimolazione suttoria.

La rilattazione è impegnativa ma non impossibile, e può essere di grande sollievo per la mamma e per la sua autostima, nonché di grande beneficio per lei e per il bambino. Logicamente attaccare un bambino disabituato alla suzione al capezzolo è già difficile.

Se poi a questo si aggiunge che non c’è latte da succhiare, è facilmente immaginabile che il bambino verrà irritato da questa pratica. Per questo motivo, per garantire una buona riuscita del ri-attaccamento, innanzitutto bisogna armarsi di volontà, pazienza, ma soprattutto di un macchinario chiamato DAS (dispositivo di alimentazione supplementare).

Grazie a questo strumento acquistabile in farmacia, il bambino viene alimentato al seno ma con latte artificiale durante l’attaccamento al seno, in modo tale da poter vivere con questo momento con appagamento e di essere motivato alla suzione.

L’attaccamento quindi dovrà essere frequente e avvenire anche tra un pasto e l’altro senza DAS, permettendo al bambino il solo atto di succhiare, che stimolerà la produzione di prolattina. Per aumentare la produzione di latte poi, ricordiamo che esistono degli alimenti galattogoghi, tra cui gli asparagi, le albicocche, le patate dolci, le carote, i piselli e le barbabietole, mentre altri invece sono cibi da evitare.

Integratori e farmaci dovrebbero essere l’ultima scelta e presi solo sotto stretta prescrizione medica, dato che molti fitoterapici sono controindicati in gravidanza e allattamento.