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Ingrandimento delle adenoidi: diagnosi e terapie

Le adenoidi sono molto importanti per la difesa dalle infezioni di tipo respiratorio. Ma il loro eccessivo accrescimento può comportare diversi sintomi, che se sottovalutati possono diventare complicazioni con manifestazioni sia locali che generalizzate. Diagnosi precoci e terapie mirate sono fondamentali per prevenire o curare tutte le problematiche connesse all’ingrandimento delle adenoidi.

Le valutazioni mediche riguardo l’ipertrofia adenoidea sono, in prima battuta, nella maggior parte dei casi, basate solo sui sintomi riferiti dai genitori, in quanto diagnosi più approfondite necessitano di strumenti di indagine che spesso portano il bambino ad avere paura del pediatra.

Il medico può però decidere di sottoporre il piccolo paziente ad alcuni esami specifici come: il titolo antistreptolisinico (è un esame del sangue che valuta la presenza di specifici anticorpi), l’esame colturale la VES (velocità di eritrosedimentazione) e la PCR (Proteina C Reattiva), entrambi eseguiti sul sangue.

A seguito della diagnosi possono essere utilizzate diverse terapie. I trattamenti costituiti da farmaci sintomatici classici prevedono, per i casi più gravi, la prescrizione di antibiotici specifici contro lo streptococco, antinfiammatori e antifebbrili. Taluni pazienti hanno però riscontrato effetti positivi anche dall’utilizzo di terapie basate sui principi attivi vegetali (fitofarmaci) e sulla omeopatia. Tra le terapie meno invasive per l’organismo ci sono, inoltre, le cure termali con acque sulfuree.

La maggior parte dei pediatri sono comunque concordi nel sostenere che farmaci o principi immunostimolanti ed antilinfatici e terapie con aerosol può essere molto utile in caso di infezioni recidivanti non particolarmente gravi.

Dopo un periodo di cura concordato e a seguito dei nuovi esiti degli esami che il pediatra potrebbe aver richiesto, la maggior parte dei medici che utilizzano la medicina tradizionale sostengono che sia consigliabile eseguire l’intervento chirurgico se:

  • il numero delle infezioni alla gola aumenta considerevolmente rispetto alla media stagionale;
  • il bimbo manifesta una carenza uditiva,
  • il dentista o ortodonzista riscontrano gravi anomalie dentarie;
  • sono presenti episodi di apnea notturna.

In questi casi si può pensare che le adenoidi abbiano esaurito la loro azione di difesa e possano diventare dannose per l’organismo.

La tecnica tradizionale di intervento è, di solito, la adenoidectomia, con la quale le adenoidi vengono asportate in anestesia generale. Recentemente sono state sperimentate tecniche meno invasive come la adenoidectonia con il debrider in visione endoscopica e l’asportazione delle adenoidi con tecnica endoscopica a radiofrequenze. Queste tecniche di ultima generazione, oltre ad essere meno invasive, consentono un’asportazione o un rimodellamento selettivi e precisi del tessuto adenoideo, cioè permettono di preservare le aree che non necessitano di trattamento e,oltre ciò, riducono i rischi di recidiva.

Al di là della metodologia utilizzata, la decisione di sottoporre il proprio figlio ad un intervento chirurgico è, in ogni caso, una scelta importante, che necessita il parere di più specialisti.

Veronica Lo Destro