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Discalculia: cos’è e come si cura

Se a scuola e mentre fa i compiti a casa il nostro bambino mostra palesi difficoltà nel contare e svolgere i calcoli, prestiamo la dovuta attenzione perché potrebbe non essere semplicemente svogliato: nostro figlio potrebbe soffrire di discalculia, un vero disturbo del calcolo che può manifestarsi durante l’età evolutiva quando c’è una capacità di apprendere i numeri, e la matematica in genere, inferiore a quella che ci si aspetterebbe in base all’età del bambino e al suo grado di istruzione.

Si tratterebbe di una sindrome legata a fattori genetici, organici (modifiche cerebrali a livello del lobo parietale) e ambientali. Una condizione non eccessivamente diffusa (ne soffre circa lo 0,5/1% della popolazione scolastica) ma che, comunque, esiste. Vediamo meglio di cosa si tratta e quali sono i rimedi.

Il ragazzino affetto da discalculia non riesce ad apprendere il concetto stesso di numero, fa fatica a svolgere anche semplici esercizi di logica e di calcolo, a fare un qualsiasi ragionamento aritmetico.

Non c’entra nulla l’intelligenza che è assolutamente ‘normale’; piuttosto ha una scarsa stima di sé stesso e queste sue palesi difficoltà nelle operazioni aritmetiche lo umiliano e demotivano. (a proposito, come promuovere l’autostima nei bambini?)

La discalculia può essere primaria e secondaria: la primaria si riferisce al disturbo nelle abilità numeriche e aritmetiche; la secondaria è collegata ad altri problemi di apprendimento, per esempio la dislessia, la disgrafia.

Come riconosciamo un caso di bambino affetto da discalculia? Solitamente commettono una serie di errori ‘comuni’, per esempio difficoltà nell’identificare i numeri e nello scriverli anche sotto dettatura, nel riconoscere le unità che compongono un numero, nello svolgere le quattro operazioni matematiche nell’associare ad una certa quantità il numero corrispondente, nell’imparare il significato dei segni (più, meno, per e diviso), ecc ecc.

Di fronte a questi errori, ovviamente ripetuti nel tempo e associati tra loro, è bene rivolgersi a personale specializzato per intervenire sull’origine del disturbo. La diagnosi va fatta da più specialisti, psicologo, neuropsichiatra infantile, pediatra, logopedista (quando un bambino ha bisogno della logopedia?). Ci sono degli esami spefici per capire di cosa si parla: un test di primo livello, detto AC-MT, per verificare le abilità di lettura, scrittura e calcolo; uno immediatamente successivo, detto ABCA, specifico per la discalculia, rivolto ai bambini dalla terza alla quinta elementare, che verifica le abilità di calcolo aritmetico.

Solitamente questa sindrome si rivela tra i quattro anni e mezzo e i cinque anni e mezzo; è bene intervenire subito fin dai primi sintomi.

Il recupero terapeutico delle abilità matematiche sarà graduale, da svolgersi in collaborazione tra famiglia e scuola. Essenziale anche il supporto psicologico: bisogna lavorare sull’autostima del bimbo per avere i risultati migliori e più duraturi.