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Come si diventa donatori di ovuli

Da circa un anno la fecondazione eterologa è possibile in Italia, ma sono pochi i donatori che hanno messo a disposizione le proprie cellule. Un grande divario, rispetto ad altri paesi europei dove i donatori di ovuli sono molti di più e permettono così di aiutare le coppie che hanno problemi di fertilità. Un problema dal quale gli italiani non sono esenti, basti pensare che ben il 15% lo è. Ma come si fa a diventare donatori di ovuli?

In primis bisogna avere l’età giusta, che per le donne non è oltre i 35 anni, mentre per gli uomini non è mai dopo i 40. E’ dopo questo periodo, infatti, che si abbassa la soglia di fertilità e molte coppie non riescono a procreare molto spesso perché cercano un famiglia troppo in là con gli anni.

Diventare donatori di ovuli significa anche essere una persona sana, ed è per questo che tra le prime visite da fare c’è quella medica generale, alla quale segue poi una ginecologica per la donna e una andrologica per l’uomo. Subito dopo vengono eseguiti altri accertamenti per escludere malattie infettive e patologie genetiche, per poi procedere con la mappatura cromosomica.

Non solo visite prettamente mediche, perché chi vuole diventare donatore di ovuli deve incontrare anche uno psicologo che accerti le sue capacità mentali, ma anche per constatare la motivazione del gesto, che deve essere disinteressata, e dettata esclusivamente dalla generosità.

Quando queste fasi preliminari giungono a buon fine si passa alla vera e propria donazione, che avviene per le donne con la stimolazione ormonale. Per dieci giorni si fanno delle punturine sottocutanee, con ormoni, sulla pancia e sul braccio. Questo procedimento deve essere fatto perché ogni mese una donna produce naturalmente un solo ovulo e non tutti gli altri possono essere donati. Al dodicesimo giorno avviene l’ovulazione, al quattordicesimo si procede con il pick-up, l’intervento per prelevare gli ovuli. L’operazione dura all’incirca 15-20 minuti e si fa sotto leggera sedazione.

Per l’uomo, invece, è molto più semplice: non serve alcuna preparazione specifica, basta semplicemente il proprio sperma, che deve essere donato in un ambiente sterile e protetto.

Donare gli ovuli non ha alcun rischio per la salute e ogni persona può arrivare a un massimo di 10 donazioni. Non è previsto un compenso, ma solo un rimborso spese per gli spostamenti e le giornate di lavoro perse.

Inoltre, va ricordato che il donatore non dovrà avere alcuna pretesa sulle cellule che ha donato ed è per questo che finiscono nel più completo anonimato.