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Svezzamento precoce: tutti i rischi

E’ un momento fondamentale quello dello svezzamento, ma deve essere affrontato nel modo più giusto e corretto possibile. Soprattutto bisogna iniziare con un’alimentazione solida quando il bambino è pronto e generalmente questo avviene solo dopo i sei mesi di vita. Nonostante molte mamme siano convinte che uno svezzamento precoce possa essere un modo per cominciare fin da subito a responsabilizzare il piccolo, la realtà è ben diversa.

A sostenere che uno svezzamento precoce, prima dei sei mesi, può essere dannoso per il bambino è anche il Ministero della Salute. E’ quest’ultimo a consigliare di continuare finché è possibile con l’allattamento al seno, che ha numerosi benefici sia per la mamma che per il bambino, e iniziare poi con lo svezzamento solo quando si è veramente pronti.

I rischi di uno svezzamento precoce, ovvero prima dei sei mesi di vita, sono numerosi. Un esempio? Una diminuzione delle poppate quando il bambino è ancora così piccolo riduce l’effetto protettivo dell’allattamento. Infatti, il latte materno trasmette al piccolo gli anticorpi, la flora batterica e le sostanze probiotiche che fanno maturare il suo apparato digerente e il sistema immunitario.

Ma uno svezzamento precoce può portare anche a sviluppare intolleranze e allergie, dato che l’intestino del bambino non presenta ancora un’adeguata flora batterica. Inoltre, alcune sostanze come le proteine della carne e i minerali delle verdure possono sovraccaricare i reni immaturi del bambino.

Con lo svezzamento precoce si rischia inoltre di fornire un’alimentazione sbagliata visto che il bambino sente ancora il bisogno del latte materno.

Quindi, meglio attendere i fatidici sei mesi di vita del piccolo per iniziare lo svezzamento, o più in generale attendere che nostro figlio sia veramente pronto per il prossimo step fondamentale della sua vita.