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Quando il bambino sa parlare ma non lo fa: 4 possibili cause

Lo sviluppo delle mappe linguistiche nel cervello comincia a circa 6 mesi, con la fase di lallazione. A circa un anno e mezzo il 50% dei bambini conosce 50 parole, non per forza corrette, ma 50 modi per indicare cose e persone. A 3 anni il 50% sa parlare, formula correttamente delle frasi e conosce circa 400 parole. Il restante 50% ne conosce meno, ma questa non è una cosa che deve allarmare i genitori. Il sospetto di un ritardo deve accendersi piuttosto quando il bambino non pronuncia le consonanti ma solo le vocali, o se sembra non capire o non sentire cosa gli si dice. Diversa è invece la situazione in cui il bambino sa parlare, ma non lo fa. Ecco le possibili cause.

  1. Bilinguismo;
  2. Accade sovente che nei bambini esposti alla conoscenza di due lingue le informazioni raccolte dal cervello abbiano bisogno di più tempo per essere elaborate e ordinate. Questo non compromette il buon esito dello sviluppo linguistico, è solo necessario aspettare più tempo, esattamente come per un pc dove vengono caricati un maggior numero di dati. Spesso questi bambini conoscono il significato delle parole, qualche volta le pronunciano, ma il più delle volte preferiscono farsi comprendere a gesti. Non resta che aspettare.

  3. Rinforzo negativo;
  4. Se siete dei genitori molto esigenti è probabile che il bambino alle prime armi si sia sentito troppe volte corretto da voi. Questo per lui è frustrante, come lo sarebbe per chiunque stesse provando a parlare una lingua nuova. Questo così detto rinforzo negativo non fa altro che inibire il bambino che, data l’esperienza spiacevole di quello che lui ha vissuto come un rimprovero, eviterà di parlare per evitare di sbagliare ancora. Per incoraggiare nuovamente il bambino sarà opportuno non forzarlo a parlare ma continuare a parlargli amorevolmente e a leggergli favole, e adoperare rinforzi positivi ogni volta che lo si sorprende a parlare, cosa che probabilmente farà da solo mentre gioca.

  5. Timidezza;
  6. Se la vostra situazione è quella di un bambino che parla con i familiari e non con gli estranei, probabilmente non c’è da allarmarsi è solo un fatto di caratteriale timidezza. Non si può pretendere che tutti siano socievoli e spigliati, anche i bambini hanno già una loro indole ed è bene accettarla per quella che è senza forzarli.

  7. Disturbi relazionali;
  8. Diversa è invece la condizione in cui il bambino in età scolare che sa parlare ha smesso di parlare con tutti. Questa è sicuramente la spia di un disagio che lui sta vivendo a casa o a scuola e che va approfondito con dei professionisti. Specie se alla sua chiusura si associano anche sbalzi d’umore, scatti di rabbia o di violenza, eccessiva stanchezza o iperattività.