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Mamma si tatua dopo il parto: dura sentenza del giudice

E’ un dubbio che attanaglia molte madri appassionate di tattoo: tatuarsi oppure no durante il periodo dell’allattamento? Molto spesso, subito durante il parto, le donne vogliono un disegno sulla propria pelle come ricordo di quel momento tanto magico quanto unico, o semplicemente per omaggiare il figlio appena nato. Se fino a ieri gli esperti non hanno mai saputo dare una risposta ben precisa a questa domanda, ora arriva la sentenza della Corte di Newcastle, in Inghilterra, a chiarire la faccenda “tatuaggio in allattamento”.

Il caso è partito da una coppia di poco più che ventenni, che si sono lasciati dopo l’arrivo del primo figlio. In particolare, il padre ha citato in causa l’ex compagna, di origini australiane, per una condotta poco materna. Secondo quanto confidato, la neo mamma era vittima di problemi psichici e faceva regolare uso di droga e alcol. Inoltre, aveva deciso di farsi un tatuaggio a un mese di distanza dal parto.

Quest’ultimo gesto ha portato il giudice inglese ad una sentenza improrogabile, che fa chiarezza anche per le altre madri. La corte ha infatti deciso che quella ragazza, diventata da poco madre, non può più allattare il proprio bambino. Quel tatuaggio realizzato proprio durante il periodo dell’allattamento potrebbe creare problemi seri al neonato; non è improbabile, infatti, che durante la realizzazione del tatuaggio la donna abbia contratto qualche malattia sanguigna, o l’Hiv o l’epatite. E, come sappiamo, durante l’allattamento, quello che riguarda la madre viene passato al bambino attraverso il latte materno.

Un duro colpo, dunque, per la giovane madre che ora dovrà fare a meno dell’allattamento, quell’incredibile contatto con il proprio figlio che ha tra l’altro numerosi vantaggi.

Per tutte le altre, invece, un utile avvertimento: no ai tatuaggi durante l’allattamento, meglio attendere il primo anno di vita del bambino per disegnare qualcosa sulla propria pelle.