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E’ triste perché ha finito l’asilo, cosa fare?

Sembra impossibile, ma quello stesso bambino che a settembre ci ha fatto penare con pianti e tragedie per ricominciare l’asilo, perché non voleva andare o ancor di più per fare l’inserimento, oggi, a giugno, che l’asilo finalmente sta finendo, ebbene può avere nostalgia di quello stesso luogo “di tortura” che tanto odiava solo pochi mesi fa.

Cosa è successo? Semplice, anche il nostro bambino, anche il più mammone, si è abituato alla nuova vita con ritmi e regole, ha acquistato indipendenza stando all’asilo e soprattutto ha scoperto quanti amici e quante cose può fare solo lì: imparare cose nuove, giochi in compagnia, fare ginnastica e quant’altro, ogni asilo d’Italia ben gestito e con insegnanti qualificate dovrebbe offrire.

Come gestire questa nostalgia noi genitori? E la noia che deriverà dal fatto di stare a casa tutto il giorno e doversi reinventare le giornate, senza avere più qualcuno che ti dice cosa fare, le maestre dell’asilo appunto, che ti fanno fare cose sempre nuove e ti fanno divertire. Bisogna far capire a nostro figlio, che tutto ricomincerà da lì a poche settimane, dopo le vacanze: perché gli impegni a volte, per grandi e piccini, hanno una pausa, ma tutti li abbiamo, e prima o poi ricominciano.

Gli amichetti non spariranno a lungo e semmai li si può ritrovare come sempre nei luoghi di giochi del quartiere: parchetto, parrocchia o nei campi estivi che di solito con la fine della scuola, partono subito dopo.

E per fortuna di mamma e papà, ci sono i campi scuola! I genitori, anche hanno nostalgia dell’asilo dei propri figli, ma per motivi differenti rispetto ai bambini: perché finendo l’impegno a scuola, ricomincia il problema di dove sistemare i bambini mentre si è al lavoro, almeno fino a quando non si andrà finalmente tutti insieme in vacanza!

Secondo studi recenti inglesi, la nostalgia è definito un sentimento positivo perché insegna ai bambini che se una cosa ci manda (la maestra, un luogo, i compagni) e perché quella cosa ci piace, ci fa star bene, cioè la nostalgia, ci insegna anche l’amore e il rispetto per il prossimo. Che le cose belle possono sparire, ma il bene che ci hanno dato mai. Proviamo a spiegare così al nostro bambino i sentimenti che prova, senza farlo crogiolare nella tristezza, che comunque è pericolosa quando è eccessiva, ma cogliendone al contrario l’insegnamento.

Non sperate comunque che la nostalgia di oggi, diminuisca le crisi di pianto al ricominciare del tutto a settembre: perché poi con il riniziare della scuola, a settembre appunto, subentrerà la nostalgia di casa, dopo esserci stati per tre mesi. Insomma il fatto che il nostro bambino sia felice ora di andare all’asilo, non evita per sempre il riaffiorare di sentimenti negativi verso quello stesso posto.

Anche noi adulti per esempio, anche se amiamo il nostro lavoro, a volte vorremmo stare a casa: ma non possiamo farlo! Questa è la differenza con i nostri figli, loro hanno la fortuna di poter esprimere, appunto perché bambini, i loro sentimenti anche in maniera rumorosa e di poter stare a casa più volte di noi, dal loro impegno quotidiano. Noi invece, no! E sopratutto non possiamo esprimere la nostra noia per l’ufficio davanti al nostro capoufficio! 😉

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