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Disturbi del ciclo e fertilità: come sono collegati

I disturbi del ciclo preoccupano molte donne ogni mese, che si tratti di dolori fortissimi alle mestruazioni, ritardi, anticipi, flussi abbondanti o flussi scarsi, ogni donna alle prese con questi sintomi almeno una volta nella vita si sarà domandata se la sua fertilità non sia compressa da queste piccole turbe. Vediamo innanzitutto come si chiamano i principali disturbi e quando è il caso di allarmarsi.

Oligomenorrea: significa poche mestruazioni, intese come intervalli più lunghi della media. Normalmente l’intervallo di attesa tra una mestruazione e l’altra è di 28-38 giorni. Intervalli più lunghi fanno pensare ad uno squilibrio ormonale. Lo squilibrio può partire da tutte le ghiandole coinvolte nella regolazione del ciclo, a partire dall’ipotalamo (deficit di Gnrh), dall’ipofisi (iper-prolattinemia) o dalle ovaie (cisti ovariche). Oligomenorrea più cisti ovariche configurano il quadro dell’ovaio policistico. Se a questi sintomi si associa anche irsutismo (peluria eccessiva) e sovrappeso-obesità con una visualizzazione ecografica di policistosi, potrebbe trattarsi di sindrome da ovaio micropolicistico, una tra le prime cause di infertilità. Tuttavia un ciclo che è sempre stato di 40 giorni, con una ovulazione monitorata e delle ovaie sane non rappresenta alcun problema per la fertilità.

Amenorrea: si parla invece di amenorrea nei casi in cui la mestruazione ritardi di 3 mesi e oltre. Una volta esclusa una gravidanza in atto, in caso di amenorrea la propria fertilità potrebbe essere a rischio se si tratta di premenopausa, situazione che può essere frequente già verso i 40 anni. Anche in casi di severa Pcos l’oligomenorrea può tramutarsi in amenorrea. Se invece è un caso isolato e sporadico potrebbe essere dovuto ad un forte stress fisico o mentale (lutti o anorressia-dimagrimento brusco) ed è possibile ripristinare la fertilità eliminando la causa scatenante lo stress. In caso di amenorrea inspiegata è importate escludere ostruzioni della cervice uterina, come polipi o altre neoplasie. L’amenorrea viene detta primaria quando le mestruazioni non sono mai arrivate in pubertà, e questa è una condizione irreversibile di sterilità che si ritrova in alcune malattie genetiche come la sindrome di Turner.

Polimenorrea: si tratta all’inverso delle mestruazioni che sopraggiungono con intervalli di tempo raccorciati, inferiori a 24 giorni. Questa situazione se cronicizza necessita di esami ormonali, innanzitutto per verificare che non si istauri una anemia e in secondo luogo per dosare gli ormoni e capire se il problema è un raccorciamento della fase estrogenica pre-ovulatoria o progestinica post-ovulatoria. Il primo caso non è allarmante, il secondo invece configura un deficit luteinico e, situazione che compromette la fertilità e necessita di cure ormonali.

Dismenorrea: la dismenorrea sono le mestruazioni molto dolorose. Questo dato è molto difficile da valutare oggettivamente visto che la percezione del dolore è piuttosto soggettiva. Il più delle volte non si tratta di situazioni allarmanti, ma di piccole cisti ovariche o iper-sollecitazioni delle terminazioni nervose della schiena, e si può attenuare il dolore con un po’ di sport o una pillola estroprogestinica. Deve però destare qualche sospetto un dolore che diventa ingravescente verso la fine delle mestruazioni, quando invece dovrebbe attenuarsi. Questo è un sintomo tipico dell’endometriosi, situazione che determina infertilità e va curata.