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Quando il latte non arriva: 5 possibili cause

Si dice sempre che la montata lattea arriva a tutte, basta attaccare il bambino al seno fin da subito. Non è falso, ma l’informazione data così non è completa. Difatti, nonostante si dica che solo nel 2% dei casi la natura decide che non sia possibile allattare, poi nella pratica sono tantissime le donne che hanno difficoltà di allattamento e lamentano carenza o assenza di latte. In effetti quando il latte non arriva non esiste solo una causa attribuibile a sindromi rare, ma esistono ben 5 possibili cause molto più comuni, in grado di interferire con la sua produzione.

La donna non è una macchina. Non si può pensare che solo perché abbia una ghiandola questa debba funzionare perfettamente sotto l’azione ormonale e meccanica. Anche il ciclo, ad esempio, è un evento naturale, ma si verifica in ogni donna con tempi diversi, in alcune ritarda o salta, può essere più o meno abbondante, accompagnato da dolori o meno. La stessa cosa vale per la montata lattea. Ci sono donne che ce l’hanno ancora prima di partorire ed altre che aspettano anche 7 giorni, stimolando il seno, e non succede nulla. Questo perché come per il ciclo ci sono tantissimi fattori concomitanti che influenzano la produzione del latte. In particolare 5:

  1. L’alimentazione
  2. La produzione del latte necessita di sostanze nutritive in più e il consumo calorico giornaliero di ogni donna aumenta a 700 Kcal al giorno per produrre ml di latte necessari in 24 h, che vanno per tanto integrate con alimenti di qualità: cereali, frutta, verdura, legumi e tanto calcio e liquidi. Se si sono presi parecchi chili in gravidanza le calorie non devono essere integrate tutte perché il corpo utilizzerà le riserve di grasso per produrre il latte e sarà la volta buona per perderli. Ma se per la donna è sottopeso e ci sono carenze nutrizionali è indispensabile che si alimenti correttamente, assumendo anche integratori su consiglio medico.

  3. Lo stress e i traumi
  4. Il parto è senz’altro un vissuto emotivo forte e per le persone con una minore soglia di resistenza è molto stressante. Paura, frequenti allontanamenti dal piccolo che avvengono nelle cliniche i primi giorni, mancanza di sonno, visite continue di parenti e amici, certamente non creano l’ambiente rilassante e favorevole di cui si ha bisogno per un’ottimale attivazione degli ormoni del latte. Per questo motivo è necessario allontanare là dove possibile tutte le fonti di stress e riposare, anche rimandando le visite di una settimana o due. La salute è più preziosa degli obblighi verso certe formalità.

  5. Il dolore fisico
  6. Anche il dolore fisico inibisce la produzione di prolattina. E’ per questo motivo che nei tagli cesarei è più difficile stimolare il latte a causa del dolore post chirurgico, che va quindi trattato con paracetomolo.

  7. Mancato attaccamento
  8. Come è risaputo tra le prime cause c’è una mancata stimolazione meccanica del seno, spesso perché si prova dolore, o perché si vuole risposare. L’ideale sarebbe attaccare il neonato o usare il tiralatte se il caso lo richiede, ogni 2-3 ore. La verità è che spesso è faticoso, doloroso e stressante. Ogni donna deve fare quello che si sente di fare, ma va informata che, purtroppo, senza una adeguata e frequente stimolazione nei primi giorni perderà il latte.

  9. Anomalie anatomiche della ghiandola o deficit di prolattina
  10. Queste sono le cause patologiche e senza rimedio che rappresentano però fortunatamente solo il 2% dei casi, in cui si può avere un mancato sviluppo della ghiandola mammaria o un deficit di prolattina secondario a sindromi e patologie endocrine. Solitamente si tratta di patologie di cui si viene presto a conoscenza nell’arco della vita.