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Infertilità e tentativi: quanto aspettare prima di rivolgersi alla scienza?

La fertilità consiste proprio nella capacità riproduttiva degli organismi viventi, quindi nella possibilità che in seguito a rapporti sessuali possa instaurarsi una gravidanza. La fertilità si valuta attraverso varie analisi e controlli non solo relativamente alla sfera femminile (ad esempio è importantissimo il riferimento alla cosiddetta età ovarica), ma anche accertamenti che riguardino l’uomo, visto che qualsiasi ostacolo alla fecondazione può provenire da problematiche sia femminili che maschili.

Inevitabilmente, spesso ci si ritrova a parlare di infertilità, che viene proprio definita di coppia, o addirittura di sterilità. Spesso, però, tale terminologia è utilizzata impropriamente.

Mediamente, comunque, una coppia in età fertile e con rapporti sessuali regolari, ha all’ incirca il 25% di probabilità di ottenere una gravidanza mensilmente. Una buona percentuale di coppie avrà successo, mentre una minima parte (comunque da prendere in considerazione, soprattutto valutando l’ incremento di casi di ridotta fertilità) non riesce nell’ intento.

La diagnosi di infertilità si effettua in modo molto preciso. Una coppia che dopo un anno di rapporti regolari e non protetti non riesce a concepire è in genere considerata infertile. Quindi non si fa riferimento al numero di tentativi, bensì al periodo di 12 mesi in cui si hanno rapporti frequenti.

Inoltre, si dovrà ricorrere al medico specialista entro sei mesi di rapporti non protetti se l’ età della donna è oltre i 38 anni, proprio per la normale riduzione della fertilità.

Nonostante ciò, però, una buona percentuale di coppie riesce ad avere un figlio dopo due anni di tentativi, per cui molti professionisti preferiscono definire l’ infertilità dopo esattamente 24 mesi.

La sterilità, invece, riguarda le coppie affette da una patologia specifica irreversibile o che non riescono a fecondare anche dopo un percorso diagnostico e terapeutico completo. Proprio in questi casi, relativamente irreversibili, è opportuno far riferimento a tecniche di procreazione medicalmente assistita più complesse.

L’ iter diagnostico in questione riguarda innanzitutto una buona anamnesi di coppia (valutazione di età, caratteristiche ciclo ovarico, pregresse malattie, consulenza genetica ecc), ecografia per la donna (considerazione età ovarica) ed esami biochimici ed ormonali, valutazione liquido seminale e procedure diagnostiche più specifiche (isteroscopia, isterosalpingografia, laparoscopia diagnostica).

Una volta che è stata accertata la causa dell’ infertilità (dall’ endometriosi femminile al varicocele maschile e tantissimo altro ancora), si può procedere attraverso differenti approcci terapeutici che possono variare da una terapia farmacologica fino a delle strategie di facilitazione della fertilità, quindi le tecniche di procreazione medicalmente assistita (fivet, icsi, inseminazione intrauterina) che saranno senz’ altro d’ ausilio alla coppia per facilitare l’ insorgenza di gravidanza.