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Idrocefalo nel neonato: come riconoscerlo?

L’ idrocefalo è un termine medico (derivante dal greco, hydro e kephalé, cioè acqua e testa) con cui si intende un accumulo eccessivo di liquido cefalorachidiano all’interno di una complessa struttura cerebrale, formata da sezioni definite ventricoli e dotti interventricolari.

Alla nascita esiste una possibilità su 1000 che il neonato possa presentare idrocefalo congenito (spesso correlato anche a patologie materne), con una vasta gamma di cause e una sintomatologia da non sottovalutare, spesso associata anche ad una ipertensione intracranica oltre che a sindromi focali specifiche.

L’ idrocefalo può essere classificato sulla base della causa di formazione:

  • Idrocefalo non comunicante o ostruttivo nel momento in cui il sistema ventricolare viene ostruito;
  • Idrocefalo comunicante nel caso di un assorbimento inadeguato del liquor da parte dei cosiddetti villi cerebrali;
  • Idrocefalo normoteso nel caso in cui si verifica un aumento di liquido cefalorachidiano senza insorgenza di ipertensione endocranica.
  • Inoltre possono essere classificate sulla base della localizzazione della possibile ostruzione (Monoventricolare, biventricolare, triventricolare e tetraventricolare).

    Tra i fattori eziopatogenetici (ovvero i motivi di un’ eventuale ostruzione o malassorbimento) possono essere: malformazioni congenite (stenosi dell’acquedotto di Silvio, malformazione di Arnold-Chiari, Sindrome di Dandy-Walker, Encefalocele sotto-occipitale, agenesia dei villi aracnoidali), processi infiammatori (ependimiti, leptomenigite adesive) o, ancora, tumori e neoformazioni.

    I segni precoci clinici della patologia sono:

  • Circonferenza e volume cranico maggiori rispetto alla norma;
  • Le bozze frontali sporgenti;
  • I globi oculari con aspetto tipo “sole calante”, cioè tipicamente rivolti verso il basso;
  • Pianto con un grido lamentoso e acuto ( classico “grido idrocefalico”) ;
  • Al contatto con le fontanelle: leggero aumento di tensione;
  • Vene cutanee del cuoi capelluto particolarmente dilatate.
  • Tra i segni tardivi correlati all’ idrocefalo, le crisi convulsive, la paraparesi e tetraparesi con ipertono degli arti inferiori assumono un ruolo di primaria importanza.

    La diagnosi viene effettuata attraverso una corretta anamnesi e valutazione di tutti i segni elencati sopra, a cui si aggiungerà una diagnostica strumentale in cui la TC, l’ RX cranio e l’ elettroencefalogramma hanno il ruolo principale.

    La risposta terapeutica è vasta e complessa: dall’ inserimento di derivazioni liquorali (inserimento di un catetere che possa in varie modalità smaltire all’ interno dell’ organismo stesso la quantita in eccesso di liquor), la terzoventricolocisternostomia (intervento molto particolare) e la plastica acqueduttale. In tutti i casi è sempre opportuno fare riferimento a specialisti neurochirurghi per un ottimo risultato.