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Paracapezzoli, come scegliere quelli più adatti

Può sembrare la cosa più naturale del mondo, eppure l’allattamento al seno del proprio bebè non sempre si rivela una cosa semplice. E’ sufficiente che la mamma assuma una posizione sbagliata nell’allattare, oppure che il bimbo non si attacchi nel modo più giusto ed ecco che un gesto tanto spontaneo ed emozionante può diventare stress provocando dolori alla donna (sentito mai parlare delle ragadi al seno?) e difficoltà ad alimentarsi al bambino. Prima di decidere di interrompere l’allattamento al seno e di passare immediatamente al latte artificiale c’è il rimedio del paracapezzoli.

Per evitare la formazione delle ragadi, soprattutto quando il bambino si attacca male al seno (deve ciucciare il latte attaccandosi alla mammella della mamma e non soltanto al capezzolo), molto spesso si ricorre al paracapezzolo in silicone che va scelto ovviamente della misura giusta in modo da coprire bene il capezzolo mentre la tettarella sarà appena un pochino più corta del palato del bambino.

Prima di utilizzarlo, va bagnato in acqua calda per farlo ammorbidire, stirato e indossato centrando il capezzolo con la tettarella. Il silicone riscaldato diventerà quasi una seconda pelle e durante l’allattamento non sarà necessario mantenere il paracapezzolo che si reggerà perfettamente da solo. Proprio il calore stimolerà la fuoriuscita di latte che riempirà lo spazio tra il capezzolo e la punta della tettarella e il bambino si sentirà a proprio agio fin dalle prime poppate.

In commercio esistono paracapezzoli diversi per marca e tipologia. Per esempio ne esistono a forma di farfalla in modo che mento e naso del bambino restano sempre a contatto con la pelle della mamma. Ce ne sono provvisti di tagli verticali per garantire al bebè di regolare il flusso di latte. Molti sono fatti in lattice, materiale ultrasottile e aderente. Addirittura esistono paracapezzoli realizzati in argento, con potere cicatrizzante.

Non tutti gli specialisti, però, consigliano l’uso del paracapezzoli, convinti che non risolverebbe affatto il problema delle ragadi (optano piuttosto per una crema cicatrizzante), che impedirebbe al bambino ad abituarsi ad attaccarsi al seno e che addirittura non lo aiuterebbe nella crescita dei primi mesi.