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Neonato: ecco perché imita l’adulto

I neonati utilizzano molto l’imitazione per cercare di conoscere e comprendere l’adulto, dunque per comunicare con lui. Eppure fino a pochi anni fa si era convinti che il bambino potesse possedere una vera e propria capacità imitativa esclusivamente dopo il primo anno di vita. Ma importanti studi sono riusciti a dimostrare la presenza del comportamento imitativo già nelle prime ore di vita del neonato.

L’imitazione è un comportamento che richiede una buona capacità percettiva, nonché un’adeguata coordinazione motoria dei muscoli coinvolti nel dar vita al gesto imitato. Dunque è necessario che il neonato sia in grado di riconoscere le parti del corpo implicate nella riproduzione del movimento osservato. Nonostante ciò Meltzoff e Moore, importanti ricercatori, rilevarono un interessante livello di accuratezza nell’imitazione di bimbi nati da pochissimi giorni. Essi riuscivano, infatti, ad imitare gesti come l’apertura della bocca, la protrusione della lingua e delle labbra.

Oltre che un importante strumento di comunicazione, dunque, l’imitazione è una vera e propria forma di apprendimento sociale che si realizza cioè per mezzo dell’osservazione di un modello significativo. Si tratta di un processo di evoluzione del piccolo, il quale fin da subito, grazie ai cosiddetti neuroni specchio, tenderà ad imitare i gesti e le espressioni facciali dei genitori riproducendo indistintamente tutto ciò che osserva pur non capendone sempre il significato.

E’ per questo importante fare attenzione a non rimandare esempi poco comprensibili o che creino ambiguità nel bambino. Basti pensare che il clima emotivo in cui il neonato vive e l’atteggiamento delle figure significative pongono le basi dello sviluppo dell’imitazione e la conseguente acquisizione di una sempre maggiore autonomia. E’ infatti imitando mamma e papà che il bambino si avvia verso una crescente indipendenza.