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Il linguaggio dei neonati: il metodo E.A.S.Y.

Molto apprezzato e fra il più letto dai genitori, è il libro “Il linguaggio segreto dei neonati” di Trecy Hogg, puericultrice fondatrice della “Baby Technique” (struttura che offre consulenza a madri e padri), la quale dopo il meritato successo ha scritto anche “Il linguaggio segreto dei bambini“. La sua famosa prima pubblicazione è diventata una guida costante ed è ritenuta da molti efficace in quanto propone l’uso del programma E.A.S.Y.

L’autrice è stata definita da molti “la donna che sussurra ai bambini” perché, con le esperienze vissute presso famiglie che hanno richiesto il suo aiuto, è riuscita in modo semplice ad abituare il piccolo a ritmi quotidiani di pappa, veglia e sonno, favorendo il benessere del neonato e permettendo alla madre di prendersi nel contempo, spazi per sé. Analizziamo quindi il programma E.A.S.Y. di Tracy Hogg che si basa sulla routine giornaliera:

EAT significa mangiare ed è il punto di partenza perché il piccolo è allattato appena sveglio.
ACTIVITY è l’attività fisica del bebè, proporzionata alla sua età, che avviene dopo il pasto.
SLEEP è un sano sonno ristoratore dopo l’attività per poi ricominciare tutto da capo.
YOU, ossia tu mamma che, dopo aver dedicato tempo al tuo bebè, pensi finalmente a te.

Nel libro, la puericultrice si raccomanda di parlare con il neonato sin dalla pancia abituandolo all’ascolto, chiamandolo sempre per nome sin da subito senza definirlo “il bambino” perché anche se piccolo è un’essere che deve avere considerazione e rispetto per quello che è. Bisogna perciò imparare a riconoscere i suoi bisogni, riuscendo così a creare una quotidianità costante e serena per tutta la famiglia.

Il libro inizia sin da quando il nascituro viene portato a casa. La sua abitazione deve essergli mostrata come anche tutti gli oggetti tipo fasciatoio e culla, che diverranno la sua routine; per la Hogg bisogna mostrargli la casa come se si stesse facendo un tour al museo. La puericultrice ha poi classificato in 5 tipologie i neonati: “il bambino angelico, da manuale, sensibile, vivace e scontroso“.

Il linguaggio segreto dei neonati“, ha poi l’ obiettivo di abituare il bebè a dormire nella sua culla in modo sereno senza lasciarlo piangere, ma accompagnandolo con dolcezza attraverso un rituale che può variare come il bagnetto, una ninna nanna… l’autrice parla di “sonno ragionevole“, mettendo il bambino nel lettino da subito, se piange prendendolo in braccio, rassicurandolo per poi riporlo una volta calmato di nuovo nel letto e così via.

Ciò si contrappone al metodo Estivill, perché nel programma della Hogg, le madri non lasciano mai il neonato piangere da solo senza offrirgli conforto fisico. Analizzati i punti cardini de “Il linguaggio segreto dei neonati“, non resta che augurare buona lettura a chi ha voglia di applicare questo programma rituale alla vita dell’intera famiglia.