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Come recuperare la naturalità del parto

Ormai gli ambienti ospedalieri pubblici e privati vivono sempre in maggiore misura la famosa medicalizzazione della gravidanza e del parto, allontanando dall’ idea di naturalità. Ma cosa si intende per medicalizzazione?

La medicalizzazione consiste in un intervento attraverso il quale si opera con pratiche mediche ad un evento di altro genere, proprio come se la medicina oltrepassasse i propri confini. In parole semplici, si fa ricorso alla medicina anche quando non ce ne sarebbe effettivamente bisogno. Nel caso della gravidanza: ecografie, tagli cesarei inappropriati, appello eccessivo ad episiotomie e tanto altro ancora.

D’altra parte si pone, invece, la naturalità intesa come qualcosa di genuino, spontaneo e giusto, scevra da qualsiasi intervento esterno umano, quindi lontano da cultura, tradizioni e pratiche zelanti.

Naturalmente esiste l’ impossibilità di distanziarsi totalmente da ciò che sono la cultura e le conoscenze, proprio perché (soprattutto nell’ espletamento del parto e nell’ evoluzione della gravidanza) non si può prescindere dalle nuove consapevolezze a livello sia pratico che teorico, nonostante spesso ci si dimentichi delle tante belle idee del cosiddetto parto dolce di Leboyer.

Per ovviare a ciò sono sempre state trovate delle alternative: il parto in casa per poter allontanarsi dall’ ambiente ospedaliero è sempre stata la prima risposta alla medicalizzazione. Nonostante ciò, non è mancata la necessità di porre cambiamenti anche nei centri ospedalieri pubblici e privati perché, al di là di tutto, è normale che è proprio qui che ci si senta più sicuri.

Stanno quindi aumentando le iniziative prese dagli ospedali per avvicinare di nuovo il parto alla naturalità: dall’ “educazione” e umanizzazione del personale alla personalizzazione del parto all’ interno della struttura proprio perché a volte la sicurezza conferita dalle ostetriche è la prima mossa per garantire la fisiologica evoluzione del travaglio, dalla riduzione delle pratiche scrupolose ma talvolta inutili soprattutto nel momento in cui un travaglio procede autonomamente nella piena fisiologia.

In alcune strutture, ad esempio, si sta sperimentando l’ idea di creare diverse sale parto: una tradizionale e un’ altra per il parto totalmente al naturale, proprio per garantire la possibilità di scelta alle donna.

Naturalità senza mai allontanarsi dalla cosiddetta “evidence based medicine”. Non esiste un’ unica verità ma si può sempre cercare il famoso giusto mezzo tra le due strade. Questo obiettivo può essere perseguibile in vario modo, il primo fra tutti è l’ insistenza da parte di personale sanitario e donne per un’ assistenza alla gravidanza e a al parto sempre più soddisfacenti e soprattutto un parto più sicuro.

Concludiamo citando una frase, cercando di fare ognuno le proprie conclusioni: “Le tecnologie sviluppate per salvare i pochi, quando utilizzate per la maggioranza, creano la loro propria morbilità e mortalità.” Beverly Beech 2000

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