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Bruxismo: quando il bimbo digrigna i denti nel sonno

Fra gli “automatismi motori dell’infanzia” vi è il bruxismo, esso è un disturbo che in genere avviene durante il sonno attraverso movimenti ritmici e regolari, in poche parole il bambino digrigna i denti mentre dorme. Fino a poco tempo fa si riteneva che questa abitudine per lo più notturna, appartenesse alle così dette “parasonnie” come sonnambulismo, incubi, sonniloquio ed enuresi, oggi invece si ritiene che faccia parte di quei disturbi di movimento del bambino nel sonno.

Il digrignare i denti avviene per pochi secondi, più volte durante la notte: può apparire in diverse età dell’infanzia e scompare a dentizione completa. Per considerarlo una vera problematica secondo Gilles Lavigne, massimo esperto mondiale dell’argomento, l’anomalia si definisce conclamata solo quando avvengono 4 episodi di “digrignamento” per ora di sonno, o ancora il piccolo è sopra i 4 anni di età.

Le conseguenze più comuni possono essere: usura dei denti, mal di testa o malessere generale al risveglio. Quindi in casi selezionati gravi soltanto dai medici, sotto stretto controllo neuropsichiatrico infantile, si impiegano minime dosi di “trittico“, ma è uno psicofarmaco quindi soltanto il dottore potrà decidere se somministrarlo o meno al piccolo paziente.

Il bruxismo, come il succhiarsi il pollice, i vocalizzi e i borbottii è una modalità infantile che serve al bimbo per scaricare inconsciamente tensioni, ecco perché potrebbe a volte essere un campanello d’allarme. In genere vi è anche una componente familiare, ma i fattori scatenanti sono per lo più psicologici e legati allo stress che il bambino può vivere a scuola come a casa, anche la nascita di un fratellino o qualsiasi novità può arrecare questo disturbo.

Nell’eventualità in cui il bruxismo dovesse continuare anche da adulti, si può indossare un apparecchio di notte ma questo non è valido per i bambini. Il solo rimedio che i genitori possono offrire è il conforto, abbracciando il proprio figlio durante il “digrignamento” notturno, facendogli superare il disagio emotivo che manifesta nel sonno. C’è comunque da dire che nella maggior parte dei casi è la crescita a favorire la miglior cura.