Regole di conservazione del latte materno spremuto

Molte donne in allattamento che sono costrette a rientrare a lavoro, o influenzate, o con ragadi al seno in via di guarigione, scelgono saggiamente di spremere il proprio latte e conservarlo, in modo da poter delegare anche terze persone all’allattamento. In questo modo tutti gli impedimenti materni che possono insorgere non ostacoleranno la corretta nutrizione del neonato, che è decisamente più completa e salutare con il latte materno, che è da preferire sempre salvo controindicazioni specifiche. Ma una volta tirato il latte dal seno, quali sono le regole di conservazione?

Il latte materno contiene solo conservanti naturali ed anche per questo motivo è più salutare, ma ha dei tempi di conservazione diversi. Come insegnano le banche del latte umano, è necessario prendere degli accorgimenti per la sua corretta conservazione evitando una eccessiva proliferazione batterica.

Il latte materno si tira nell’intervallo tra una poppata e l’altra, con spremitura manuale o con una tiralatte. Dopo di che va raccolto in un contenitore di vetro, etichettato con la data, lavato e sterilizzato. La sterilizzazione è necessaria solo nei primi due mesi di vita, dopo basterà lavarlo con prodotti specifici. La quantità da tirare dipende dal neonato e dall’età, solitamente per una poppata sola è tra 90-120 ml.

Una volta tirato il latte va conservato a temperatura ambiente di 20-25 gradi per 6 ore al massimo, dopodiché va riposto sul fondo del frigo, dove si conserverà per 24 ore. Passate le ventiquattro ore, se il latte è rimasto inutilizzato è possibile congelato in freezer ad una temperatura di -18 gradi -20gradi, utilizzando apposite sacche per il latte da acquistare in farmacia. In questo modo si conserverà per 6-12 mesi. Ricordate di apporre sempre le date sui contenitori.

Il latte va scongelato in frigo la notte prima o sotto l’acqua calda ad un massimo di 37° C, all’interno di queste sacche. Una volta scongelato non va né bollito né riscaldato al microonde né agitato, per evitare la perdita dei nutrienti. Il latte scongelato e inutilizzato va riposto per un massimo di 10 ore in frigo. Dopo non può essere ricongelato, pertanto quello inutilizzato andrà buttato.

Dopo lo scongelamento il latte potrebbe avere un cattivo odore di sapone. Questa caratteristica non è dovuta al fatto che sia andato a male ma all’azione di un enzima detto lipasi. Non è dannoso per il bambino ma se gli risulta sgradevole, per evitare questo processo enzimatico potete riscaldare il latte prima di congelarlo, senza bollirlo, solo il tempo di vedere comparire in superficie delle piccolissime bollicine.