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10 frasi di uso comune molto dannose per l’educazione dei figli

A volte sottovalutiamo il peso delle parole, la varietà delle sfumature che possono prendere nella testa di un bambino. Spesso crediamo di dire qualcosa a fin di bene, ma la nostra intenzione sortisce l’ effetto opposto. Crescere i figli è forse il lavoro più bello ma più duro al mondo, perché richiede una soglia di attenzione molto alta in ogni minimo gesto e in ogni minima parola, 24h su 24.

I bambini osservano tutto e captano tutto, il detto e il non detto, e lo elaborano a modo loro, creandosi un mondo interiore di sensazioni che li accompagneranno per tutta la vita. Molto spesso senza accorgercene, o per stanchezza, ci troviamo a dire cose che toccano profondamente la sensibilità dei nostri figli. Ecco 10 frasi tipiche che invece non andrebbero mai dette ad un bambino.

1) “Sei IL PIU’ bello- sei IL PIU’ bravo“. Anche se così crediamo di rafforzare la sua autostima in realtà queste parole hanno il rovescio della medaglia. Con queste frasi comparative il bambino tenderà sempre a paragonarsi agli altri bambini, per assicurarsi di essere il più bello e il più bravo. Ma poiché nella realtà potrebbe non essere sempre così, questa presa di coscienza in lui non fa che creare frustrazione, competitività malsana e rabbia.

Molto meglio dirgli semplicemente che è carino, in gamba senza usare l’aggettivo comparativo né il superlativo ; Spiegargli che non esiste il più o il meno ma l’unicità, la varietà e la diversità degli esseri umani nelle loro caratteristiche. E’ sbagliato anche lodare ogni piccolo traguardo, svuotando così la lode del suo significato. Per il suo bene andrebbero lodati solo i traguardi raggiunti con impegno.

2) “So che ce la farai”. Anche se la frase è detta a fin di bene per incoraggiarlo, l’eco che risuona è che in voi ci sia una enorme aspettativa di successo nei suoi confronti. Questo crea in lui una grossa ansia da prestazione e la paura di sbagliare o di fallire, che possono al contrario paralizzarlo nelle sue iniziative o renderlo molto dubbioso sul da farsi. Molto meglio spiegargli che quello che conta è impegnarsi piuttosto che riuscire, e che è necessario riprovare la stessa cosa tante volte per correggere gli errori, che comunque ci saranno sempre.

3)”Sei fai così non ti voglio più bene”. Questo, che in psicologia è definito il ricatto emotivo, può essere devastante per un bambino, perché lo rende insicuro dell’affetto dei loro genitori, e lo sottopone continuamente al rischio di perdere il loro amore.

3) “Sei monello-sei cattivo-sei stupido”. Le etichette che di solito i genitori adorano appioppare ai figli, anche presentandoli a terzi, in loro presenza: “Sa’, mio figlio è un po’ monello”, sono molto dannose perché si incollano realmente addosso. Il bambino si autoconvince di essere cattivo, monello o stupido e si comporterà da tale, forse per tutta la vita, per un fenomeno che in psicologia viene definito profezia auto-avverante.

4) “Tuo fratello è più obbediente/più buono/più bravo, perché non sei-fai come lui?” La stessa cosa dell’etichetta, in più l’aggravante del paragone e l’insinuarsi del pensiero che voi amiate più il fratello che lui.

5) “Mi hai stufato-lasciami un po’in pace”. Alle volte lo stress arriva ai limiti, è vero. Tuttavia prima di arrivare a tanto sarebbe meglio abituare i nostri figli fin da piccoli ad aspettare per i bisogni non urgenti, ad accettare il fatto che non possono avere le attenzioni su di sé 24h su 24h e che anche una mamma ha diritto a ritagliarsi del tempo per sé, insegnandoli a stare anche con altre persone o a giocare da soli.

6) “Non piangere”. Il pianto è una importante forma di comunicazione per il bambino, per liberarsi di quelle emozioni negative che non riesca ancora ad esprimere a parole. Dicendogli di non piangere non lo si consola, al contrario lui penserà che piangere è sbagliato e tenderà a reprimere questa forma di espressione naturale, che invece si è dimostrata anche in età adulta essere un toccasana per superare il dispiacere. Per consolare un bambino è meglio aiutarlo a verbalizzare :”Perché piangi, sei triste?” in questo modo lo si aiuta ad esprimere a parole i suoi sentimenti, a riconoscerli e a gestirli.

7) “Non devi avere paura”. Lo stesso discorso vale per il sentimento della paura. Tutti hanno paura, i bambini ancora di più. Fargli credere che sia un male provare paura è sbagliato e suscita in loro un sentimento di vergogna per quello che provano. Meglio dire “è normale che hai paura, ma ci sono qua io ad aiutarti”.

8)”Tuo padre è un cretino-tua madre è una cretina”. Che siate in torto o in ragione, in amore o in guerra tra di voi, questi ed altri vezzeggiativi coniugali non vanno mai detti al proprio figlio, e ancora peggio sarebbe costringerlo a parteggiare per uno o per un altro genitore, come accade a volte tra genitori separati.

9) “Bada che ti sculaccio, ti faccio picchiare da tuo padre”. E’ dimostrato oramai in psicologia infantile che sgridare, strattonare, sculacciare sono atteggiamenti che non solo non hanno effetto sull’obbedienza dei bambini, ma possono minare la loro autostima e far crescere in loro la rabbia e il desiderio di violenza. Ancora peggio se delegate l’altro genitore nel farlo, perché perdete anche la vostra autorità. Se invece è solo una minaccia senza seguito evitatela, perché a lungo andare perderete di credibilità. E’ sempre meglio spiegare verbalmente al bambino il motivo per cui non deve fare qualcosa e creare delle regole che vengano rispettate da tutti in famiglia, voi compresi.

10) “Gioca ma non ti sporcare-corri ma non sudare”. Logicamente le regole per essere rispettate devo essere chiare, ragionevoli e sostenibili nella realtà. Come si fa a correre senza sudare? E perché non dovrebbe sporcarsi? Questo limite non serve all’educazione di un bambino, ma solo a risparmiare a noi un po’ di fatica nello smacchiare i vestiti, pertanto non è una regola giusta e il bambino lo sa. Giocare realmente per un bambino vuol dire esplorare, fare esperienza, saltare nelle pozzanghere e rotolarsi nel fango e per il suo sano sviluppo psico-motorio non bisogna impedirglielo. Lasciatelo correre e sudare. Sudare fa bene, è risaputo che aiuta ad espellere le tossine. Riservategli qualche tuta economica per i suoi momenti di svago, qualcosa con cui possa giocare in libertà… per l’eleganza e l’alta moda c’è ancora tempo.